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tire annunciare l’ammiraglio il conte Tibaldi trasalì e rispose, con voce alquanto tremula, al cameriere:
— Fatelo passare nel salotto.
Massimo lo guardava con piglio un po’ canzonatorio, dicendo:
— Non ti manca più che svenire.
— No, — rispose Giorgio, — ti garantisco che sono forte e deliberato a parlare con la più grande chiarezza.
— E allora va e che Dio t’assista.
Giorgio si precipitò nel salone e afferrò la mano grossa e larga dell’ammiraglio che, in una stretta poderosa d’espansiva amicizia, quasi minacciò stritolare le dita sottili e aristocratiche del giovine conte.
— Come va, come va? caro conte! — esclamava l’ammiraglio, con la sua