Pagina:Garbasso - Sul modo di interpretare certe esperienze del Sig. P. Zeeman di Leida, Pisa 1897.djvu/7

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su certe esperienze del sig. zeeman 7

orizzontalmente da una fiamma, nelle condizioni delle esperienze dello Zeeman, non hanno più una costituzione uniforme.

Essi contengono, per la massima parte, della luce non polarizzata, di lunghezza d’onda ben definita. Ma contengono ancora un po’ di luce, polarizzata nel piano orizzontale, a cui spettano varii periodi differenti: maggiori, uguali e minori del periodo, che è proprio della porzione, che è rimasta naturale.

Quindi si capisce che codesti raggi devono dare come spettro una banda, con gli orli polarizzati nel piano dell’orizzonte.

È un resultato questo, che va pienamente d’accordo con quello sperimentale dello Zeeman, almeno finchè si tratta della luce, che si propaga normalmente alle linee di forza.


3. Per i raggi invece, che seguono l’asse dell’elettrocalamita, sembra, a prima vista, che le conclusioni nostre siano contrarie a quelle dell’esperienza. In realtà si può mostrare che contraddizione non vi è; e che l’origine dei raggi circolari vuol essere attribuita all’apparecchio stesso, impiegato dallo Zeeman.

Si osservi anzi tutto che la luce, prima di arrivare al reticolo, attraversa il nucleo dell’elettrocalamita. Ora si sa, dalle esperienze del Becquerel, che l’aria magnetizzata agisce come un corpo attivo.

Abbiamo dunque, nella disposizione dello Zeeman, della luce polarizzata (rettilineamente), che percorre uno strato di sostanza attiva.

Ma una vibrazione rettilinea si può sempre sostituire con due circolari di senso inverso. Imaginiamo che la sostituzione si faccia, e che i due raggi circolari si propaghino indipendentemente. Quale sarà la loro velocità nel nucleo dell’elettromagnete?

Il Righi ha dimostrato, in un lavoro vecchio ormai di vent’anni1, che, in tali condizioni, uno dei raggi si muove un po’ più presto e l’altro un po’ più adagio di quello che entrambi farebbero nell’aria non magnetizzata.

  1. A. Righi. Sulla velocità della luce nei corpi trasparenti magnetizzati. (N. Cimento, (3); III, 212, 1878).