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CAPITOLO XXII.

IL RISCATTO.

Sulle tue cime di granito — io sento
Di libertade l'aura, o mia selvaggia
Solitaria dimora — e non nel fondo
Corruttor delle reggie.



Quand’io, nell’avventurosa mia carriera sulle coste americane dell’Oceano, ho potuto dire a degli schiavi «Voi siete liberi!» quello fu certamente il più bel momento della mia vita.

E voi bianchi! padroni e carnefici dello schiavo nero — voi!... teneteveli i diamanti vostri — io non li curo. A me, pirata — come m’avete chiamato tante volte — basta d’aver messo un termine ai vostri delitti ed al servaggio dei vostri schiavi.

Marzia, che abbiam lasciata fuggente dalla sua cella — dopo d’aver atterrato e quasi strangolato il gesuita — dominata ancora dal parossismo di disperazione in cui l’avea condotta il perverso colle diaboliche insinuazioni, avea conservato però presenza di spirito sufficiente per