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«Lina» disse Marzia, «la porterai in memoria mia, questa collana, dono di mia madre!» ed una lagrima solcò la guancia della sofferente, che per un pezzo, non potè articolare altra parola. «La porterai dovunque, non è vero? e sempre, anche sui campi di battaglia, ove ti toccherà ancora di pugnare per questa Italia infelice, ed ove, certo, ti ricorderai della tua compagna di Calatafimi, — di colei che tanto andava superba di averti più che sorella! Sì, sui campi di battaglia, ove certamente, io starò vicino a te, coll’anima, ma ove, il clangore delle trombe guerriere non spingerà più nella mischia queste membra ridonate alla polve!»

Lina, piangeva dirottamente, senza poter rispondere a lei che amava tanto!

«E tu, mio fidanzato, mio sposo! me li concederai questi titoli per me sì preziosi, e lo puoi: perchè la morte spazza fin le sozzure! Se no, ti avrei confessato esser io contaminata, e di te indegna! Io ... l’ancella d’un prete! ... Io ... la prostituta! »

E qui essa innalzossi sul letto, cogli occhi fuori dell’orbita, e con un’energia come se fosse nella salute più florida, e con tale accento di cordoglio e di disperazione da spaventare, esclamò:

«Sì! la prostituta di mio padre! ...»

Un rumore tremendo si udì nella stanza vicina, come d’una lotta accanita tra gente, e grida, e colpi, e stramazzate per terra.

Muzio, indispettito che tanto baccano avesse