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46 i mille


Oggi ancora, ladroni spudorati, voi infestate le nostre terre che tenete a ruba da varii secoli, — sotto il falso pretesto di religione che non avete, e di diritto divino con cui burlate il mondo. — Ditemi voi: se più legali sono i vostri furti e le vostre violenze, od il ferro italiano che qualche volta — segna le vostre schifose fisonomie?

Ditemi, s’eran legali i vostri assassinii, commessi contro i Messicani, tra cui l’italiano generale Ghilardi fucilato proditoriamente dal servo del 2 Dicembre, Bazaine, contro i Romani del 49 e del 67, contro i Veneti, i Bassi, i Ciceroacchi con due figli e nove compagni, i martiri di Belfiore, ecc. ecc., tutti onesti, tutta gente di cui più valeva un capello che tutta l’anima vostra, carnefici del genere umano!

E verrà un giorno in cui l’Italia purgata dei suoi Tersiti, e dei suoi impostori che l’addormentano e la corrompono, vi tratterà non più coi guanti bianchi — come siete usi ad esser trattati in questo sventurato paese, ma da assassini vi tratterà, come siete, impiegando i mezzi che adoperano i popoli per redimersi da tiranni e da ladri, cioè: pugnale, fuoco, veleno.

E non fate cipiglio — signori vermi della società umana — a tali felici augurii per il mondo, poiché grassi, pistagnati, indorati come siete, siete più nocivi dell’insetto che rode le radici della pianta alimentaria, e dell’avvelenatore rettile, che uccide quasi istantaneamente l’umana creatura.