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in parole una parte delle mie visioni sufficiente a dare la concezione crepuscolare della loro natura ad una certa classe di intelligenze.
Non voglio, così parlando, far credere che io supponga che queste fantasie, queste visioni psichiche siano limitate a me solo, e non siano invece comuni a tutta l’umanità, imperocchè su ciò è ben certo che io non ne so nulla.
Quello che è certo si è che un racconto, anche imperfetto, delle mie visioni, sbalordirebbe le umane intelligenze per la novità assoluta delle cose descritte e pei pensieri che esse suggerirebbero, come è certo che se giungessi a trattare un tale soggetto, il mondo sarebbe obbligato a riconoscere che finalmente ho scritto un’opera originale.
XIV.
È meraviglioso osservare quanto i prodotti della immaginazione migliorino passando l’Oceano. Precisamente come i vini.
Noi abbiamo avuto l’onore di essere saccheggiati senza quartiere in Europa; ma siccome le nostre novelle ne profittavano, almeno nella stima dei nostri compatrioti, così non abbiamo reclamato. I nostri scritti non attirarono l’attenzione del pubblico se non quando la <«Miscellanea» di Bentley, od il «Charivari» di Parigi gli ebbero pubblicati come roba loro.
La «Boston Nation» ci aveva mosso severi rimproveri perchè avevamo scritto «La fine della Casa