Pagina:Garrone-Ragazzoni - Edgar Allan Pöe, Roux Frassati, Torino, 1896.pdf/50

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VI.


Le poesie di Pöe non sono molte, ma tutte d’una potenza suggestiva maravigliosa!

Non è, dice il Baudelaire, l’effusione ardente di Byron, la tristezza molle, armoniosa, distinta di Tennyson: è qualche cosa di profondo e di smagliante come il sogno e di perfetto come il cristallo.

In tutte egli ha cercato il superlativo; il superlativo della tristezza, della sonorità, della bellezza.

Chi sa sentire la poesia inglese può già gustare fin dalle prime composizioni giovanili di Pöe quell’accento extraterrestre, quella calma melanconica, quella solennità deliziosa che caratterizzerà più tardi ogni sua opera.

Niun poeta inglese ha cantato con maggior abbandono, con maggiore calore di Pöe, nessuno più di lui ha saputo trarre effetti più intensi dall’arte della parola, dalle combinazioni dei suoni e dei ritmi.

Per Pöe la poesia non è uno scopo, è una passione: è la creazione del bello pel puro amore del bello.

I suoi canti sono evocazioni, sono visioni,