Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/193

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GAZZETTA MUSICALE ÂNNO M. domenica N. 45. 5 Novembre 1845. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associali dodici pezzi di scelta musica classica aulica e moderna, destinali a comporre un volitine in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà AsI. Mtisici Sacra. Dies irae a quattro voci con Orchestra del signor cavaliere Giorgctli. - II. La Lucrezia di Ponsàki)al teatro He. - III. La Reale Compagnia Drammatica al Servizio di S. M. Sarda. - IV. Varietà’. - V. Notizie Diverse. - VI. Nvovk Pcbblicaziom Musicali. MUSICA SACRA Miies ime a 4 toc! con Orchestra del signor cavaliere Giorcktti (1). gli è colla massima soddisfazione IroMpche noi vediamo come da qualCm) he tempo le pubblicazioni di opere sacre musicali vadano facendosi più frequenti: pare che alla comparsa ed al successo d’entusiasmo ottenuto dallo Slabat di Rossini debba principalmente attribuirsi la pubblicazione di altri lavori in simil genere di Jlercadanle, di Mandanici, di Bossi, di Pacini, di Donizetti e di aliti distinti compositori che si seguirono l’un l’altro in brevissimo spazio di tempo. Noi adunque, e lo ripetiamo, siamo ben contenti che l’esempio abbia trovato imitatori: ci doleva immensamente che questo genere di musicabile incontrastabilmente deve ritenersi pel vero sublime, giacesse da molti anni cosi negletto ed anzi dimenticato; non a torto i censori <V oltremonte già da gran tempo ci rimproverano questa colpa, trascendendo forse anche Iroppo ed asseverando che nelle scuole d’Italia si è perduto V insegnamento dello stile rigoroso, atrimonio nostro preziosissimo ai tempi dei carlatti, Jomelli, Pergolesi, Allegri, ecc. Noi conveniamo che il numero dei teatri in Italia e fuori smisuratamente accresciuto, f e l’esclusione dei musici e delle così dette voci bianche dalle Cappelle abbia fatto si clic la musica sacra, non solo sia rimasta in uno stalo stazionario, ma che anzi abbia fatto de’ passi retrogradi; ma non possiamo assolutamente far buona l’asserzione di coloro che pretendono non esservi in giornata compositori in Italia che sappiano scrivere per chiesa: i nomi rispettabili di Basily, Raimondi, JVIayr, Baini, per tacere di molti altri, sono tali da smentire questa accusa: volgiamo lo sguardo ad un’e(!) Firenze, presso l’Eililorc Lorenzi. DI MILANO La musique, par des inflexions vives, accentuées, et, • pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• s ion s, peint tous les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière à ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir. ■ J. J. Rousseau. Il prezzo dcH’associazionc alla Gazzetta c eYAntologia classica musicale è «li cffctl. Ausi. L. 12 perseinesirc, cil cltctt. Ausi. L. I l affrancala di porlo lino ai conlinidcllu Monarchia Austriaca; il doppio por l’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene falla mensilmente c franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Filino della Gazzetta in casa Ricordi. contrada degli Oiiicnoiii N.«1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli UlTìci postali. — Le lettere, i gruppi, cc. vorranno essere mandati franchi di porlo. poca sebbene passata però non molto remota, e noteremo un Cherubini, un Mattei, un Santucci, un Zingarelli, un Pilotti, dei quali tutti i nostri antichi hanno tanto da poter dimostrare se sapessero trattare quello stile. Eh non sapete quanti fra i nascenti compositori si dedicherebbero esclusivamente a questo genere, se fossero meglio favoriti dalle circostanze? se fossero cioè protetti dai ricchi, se maggiore disinteresse si trovasse negli Editori, se giusti estimatori negli artisti e nei dilettanti, e finalmente se,anziché tentare di proscrivere dalle chiese le musiche, si provvedesse alle Cappelle in modo che, oltre all’assicurare ai maestri il mezzo di un onesto sostentamento, non difettassero del personale necessario onde interpretare degnamente, e come la musica lo richiede, i sublimi canti della chiesa. Ecco le circostanze principali per le quali a noi sembra che l’arte trovisi nell’attuale decadimento... se esse non lo giustificano interamente, possono però in gran parte scusarlo. Il signor cavaliere Ferdinando Giorgetti, egregio professore di violino, e di cui più volte questa Gazzetta ebbe a fare onorevole menzione, spinto anch’esso probabilmente dal nobile sentimento di provare che non si trascura in Italia la musica sacra, ha pubblicato un suo Dies irae del quale, sebbene fosse in noi vivo il desiderio di tener proposito mollo prima d’ora, pure per alcune circostanze fummo nella spiacevole situazione di non potercene occupare. Nulla a parer, nostro havvi di più mortificante per un autore cheesponga un lavoro di qualche entità quanto lo scorgere che esso passi inosservato, e tanto maggiormente deve rincrescere laddove si rifletta quanto un imparziale e saggia critica giovi al progresso dell’arte, egli è adunque nell’intenzione di tributare i dovuti elogi al sig. cavaliere Giorgetti per i pregi onde va bello questo suo recente lavoro che noi intraprendiamo a parlarne, ben persuasi altresì che la modestia dell’egregio compositore non vorrà farci carico se ci permetteremo di schiettamente esternare il nostro parere, e se talvolta noteremo qualche piccola menda da cui non sempre vari- i no esenti anche i più classici lavori. A dare una idea più precisa di quest’opera, per! coloro che non la conoscono, la divide- j remo anche noi, siccome fece il maestro, a; versetti. Dies irae. Il pezzo comincia con un al- j legro in sol minore: l’orchestra propone I un movimento di semicrome che saggiamente in alcuni punti della sequenza è stato dal maestro ripetuto come a suo tempo indicheremo: in questo primo versetto si riscontrano alcune imitazioni tanto nelle parti vocali che nella istrumentale, noteremo però come nell’ottava battuta ci sembri che si poteva ommettere l’imitazione del primo soprano, o almeno disporla diversamente, perchè cosi nasce nelle parti estreme un unisono che non può produrre buon effetto. Tuba mirimi,(ini [>). Questo passo della sequenza in cui si ricorda lo squillo tremendo che dovrà chiamarci al linale giudizio ci sembra sia stato un colai poco trascurato: la maggior parte degli autori sogliono porre gran diligenza in questo versetto che offre immagini a suflicirnza per trarre molti effetti anche dallo strumentale: la condotla di questo pezzo è chiara... ed anzi avremmo desiderato che l’accompagnamento dei violini (vedi pag.!) è dò) non fosse così semplice (per non dir povero) e qualche volta urtantesi colle sortile degli stromenti a fiato’, questo inconveniente sarebbe tollerato in gran parte ove il movimento fosse celere; ma quantunque si sia ommesso di marcarlo al principio del versetto, pure ci sembra che debba essere un andante comodo e questo Io inferiamo dalle note ripetute sul secondo ed ultimo quarto dalle trombe che se fossero in tempo allegro perderebbero della loro grandiosità. Non sappiamo perchè l’autore non abbia cercato di rendere più indipendente il canto del soprano secondo sulla progressione che comincia coll’ultima battuta della pag. dO in cui per tre misure continue il primo e secondo soprano ed il basso cadono nel primo quarto sulla medesima nota; vi erano mille maniere di assegnare almeno al secondo soprano un contrappunto più reale e più armonioso. Per un esempio ne parrebbe sufficientemente opportuno il seguente come anche pel miglior effetto avremmo desiderato che in alcuni luoghi le parti fossero disposte diversamente in quanto che alcune volte gl’intervalli fra le parti medesime non distano cosi che sia evitato l’inconveniente di note che si urtano troppo dappresso ed alcune altre distano troppo.