Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/92

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BIBLIOGRAFIA LO STASA? 1UTER DI E0SSI1TI indicato dalla 8tainij9is. jicsdoilica francese cd Italiana Kaeeoltadeiiniglinri articoli artistici pubblicati dal giornalismo delle due nazioni sovra tale argomento. — Milano. Dall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegialo <li Giovanni Ricordi. Annunziando al pubblico questa intei additeremmo lessante pubblicazi volontieri l’utilità e lo scopo, se Tintroduzione dettata da uno de’ redattori di questa Gazzetta, non ci levasse da ogni imbarazzo, adempiendo essa per questa volta all’ufficio del giornalista. Ci limiteremo, quindi a permetterci alcune citazioni, che saranno sufficienti a far apprezzare questo importante volume. «Giammai, dice l’introduzione, l’orizzonte musicale fu si agitato e sconvolto quanto aU’apparire dello Slabat di Rossini-, I giammai le discussioni artistiche furono |; più violenti, più brillanti, e presentarono 11 più vivamente i riflessi dell’entusiasmo che accetta tutto e dell’opposizione che tutto respinge; giammai l’opinione si mostrò sotto aspetti più vari c più appassionati, bella da una parte pelle graziose sue ispirazioni poetiche, seducente pell’amabile buona fede delle sue convinzioni, armala dall’altra con tutti gli artifiziosi sofismi della critica, coperta dalle illimitate deduzioni del ragionamento, pronta a combattere colla calma della logica e colla pungente ironia del sarcasmo. La stampa della Francia dapprima, e più tardi quella dell’Italia, sorse fremente ed idolatra al suonar di questo gran nome, di Rossini, e gettando l’avido sguardo sulla splendida gemma escita per ultima dal tesoro troppo presto chiuso" del sublimo maestro, si abbandonò a lulLe le ipocondrie delle analisi, a tulle le ebbrezze dell’affascinamento, per celebrare o deprimere forse.l’estremo canto d’uno de’più prodigiosi genii del nostro secolo. Per quanto alcune circostanze, che nascondiamo assai volentieri, abbiano fatta decadere e forse giustamente presso di noi l’idea attaccata alla parola giornalismo, per quanto il pubblico de’ nostri teatri, che s’appassiona sì vivamente peli’agilità delle dieci meno apprezzabili dila del corpo! umano, si mostri indifferente per le bat- j taglie all’inchiostro, sostenute sul campo! dei fogli volanti, pure amiamo persuaderci; che molti de’ nostri concittadini avranno j assistito con interesse, e forse con animi- I razione, allo spettacolo offerto da questi gladiatori, che si misurarono fra loro colla bollente foga della rispettiva loro passione, adoperando per ottenere.la vittoria tutti I gii arlifizii della parola, tutto il prestigio! dell’ingegno, tutta la seduzione dello spi-! rito, e talvolta tutta la profondità dell’era- j dizione e della scienza. Era troppo singolare j questa tenzone.nata frajle armonie d’.un canto sacrò ■ lasciò travedere troppe incertezze nell’arie, suscitò troppo dubbi sulla possibilità di definire il bello a forza di ragionamenti, mostrò troppo palesemente quanto forti sieno ancora gli elettrizzamenti prodotti dal genio sovr’un’epoca che vien J detta implacabilmente commerciale, sollevò • infine tanti e sì gravi problemi, di cui signori-ava quasi l’esistenza, e che pure sono ab)’ bastanza importanti per meritare una soluzione, che il supporre che tutti questi duelli più o meno particolari sieno passati inavvertiti per lutti, sarebbe fare un’ingiuria ad un paese in cui l’amore dell’arte musicale è sì universalmente diffuso. L’offrire adunque raccòlto in un solo volume tutto quanto d’eminente comparve sulle colonne-del giornalismo francese ed italiano intorno allo Slabat di Rossini, ci parve opera, che potesse eccitare qualche interesse e meritare qualche simpatia. I nostri lettori prevederanno facilmente che nel riunire questa serie di articoli abbiamo dovuto per forza sottoporci alle ristrettezze d’una scelta. La stampa periodica fu così prodiga sovra tale argomento, fu tanto prodigioso il numero delle penne che amarono di intingersi nell’inchiostro per celebrare o deprimere il sacro poema musicale, molte di queste produzioni giornalistiche appartengono si tenacemente alla gerarchia delle frivole, che una riproduzione universale avrebbe dato al nostro volume delle forme gigantesche, che avrebbero destato un salutare spavento. D’altronde a che anticipare Io spettacolo della valle di Giosafat colla risurrezione degli estinti? Guidati dall’idea di associare alle soddisfazioni della curiosità una certa utilità artistica, desiderosi di non presentare che quelle opinioni, che qualunque esse sieno, o contrarie o favorevoli, svelano nello scrittore ed un merito: letterario distinto ed un sentimento profondo dell’arte, noi cercammo di sceverare nell’enorme massa degli articoli clic ci stavano innanzi, quelli soltanto che noti od ignoti anelli getterà uno sguardo in questa raccolta, potranno essere letti o riletti con piacere. Nel quale sceveramento noi ci siamo spogliati interamente delle nostre particolari convinzioni, onde lasciare perfettamente libero il campo agli ingegnosi lottatori. Ammiratori all’entusiasmo di Rossini, idolatri quasi di questo sommo genio che gettò una luce sì viva sulla nostra patria, noi abbiamo fatto tacere questi preziosi sentimenti, per udire la sola voce delPimparzialità. Gli avvocati dei due partiti fanno risuonare senza ostàcoli la potente loro parola in queste, pagine:, la stampa favorevole e quella d’opposizione fu egualmente accettata in questo arringo; persino le animosità suscitate dallo svolgimento d’un celebre processo commerciale, non vennero rigettate; la discussione è a tutti permessa, ond’è che nessuna voce clic meritasse d’essere: udita fu respinta: noi insomnia procurammo d’essere i freddi relatori d’una.causa, di.cui desiderammo che i nostri lettori fossero i giurati». Qui l’autore dell’introduzione passa a delineare rapidamente alcune questioni d’arte, trattate nella raccolta, la quale diventa così, piuttosto che un libro d’occasione, un quadro pieno d’originalità delle divergenti opinioni, che lottano sempre fra loro, ogni qual volta qualche nuovo e grande avvenimento vien ad alterare la calma del mondo musicale. Non è dunque questo un volume compilato semplicemente onde accrescere 11 numero delle distrazioni necessarie ai felici che vivono di ozio, ma una riunione eziandio di fatti, di argomenti, di dispute più o meno ragionevoli, destinata alle meditazioni degli artisti, che non saranno certo dispiacenti di scorgere a colpo d’occhio le mille disparità con cui può. concepirsi e tradursi un giudizio in fatto d’arte. Noi crediamo nell’esito di questo libro, sia pella maniera opportuna con cui ne fu ideata la compilazione, sia pel diletto e peli’utilità che ne possono ritrarre gli artisti, i dilettanti, ed i lettori che sono nè q artisti nè dilettanti, sia perchè nutriamo -j| fiducia che il gran nome di Rossini jat- |i laccato a questa pubblicazione, deve prò- I durre anche fra noi le ardenti curiosità che» è avvezzo ad eccitare presso tutte le nazioni ’ che non hanno la gloria d’averlo a conCARTEGGIO ANONIMO Fatemi un po’ il favore di dirmi, signor Estensore garbato, per qual ragione, mentre senza veruh riguardo, anzi con una sever ità diventata nel vostro foglio poco menò che sistematica, vi dà/e troppo spesso la pena di mettere in chiaro P ignoranza ed accusare il difetto di sistema e le biasimevoli tendenze e tutti i guai insomma proprii dei cantanti italiani tPoggidi, non vi siete punto occupato finora di parlare il medesimo linguaggio di una schietta e pungente critica alle orchestre dei nostri teatri musicali, non escluse quelle delle più gloriose scene della Penisola! Voglio anche concedervi che ben sia raro udire in Italia un"’Opera eseguita con precisione e. finitezza di gusto, e che sopra dieci spettacoli di musica che si danno sui nostri, teatri., un quattro quinti pel meno sieno prodotti in guisa da mover la bile ai meno’severi intelligenti! Ma di grazia ditemi un po’? vorreste voi farmi credere che questo guajo che tanto disonora l’arte musicale italiana sia tutto dovuto al difetto di studio, e all’ignoranza dei cantanti, e non debbasi all’incontro attribuire in gran parte alla solenne svogliatezza, e alla incapacità delle orchestre cui è affidala un’importantissima parte dell’esecuzione? Gli è un pezzo ch’io professo Parte del canto e vo’ ramingando da uno ad altro teatro ora coronato di furori, ora balestrato da fiaschi, ma dovrei spifferare una lunga odissea di guai se volessi espotvi tutte le prove di fatto colle quali convincervi che la maggior parte delle volte in cui P Opere da me cantate vennero salutate da solenni fischii, ciò fa principalmente dovuto alla cattiva esecuzione slromentale. Ma il pubblico italiano, quando un’Opera va in fascio, suol darne per la più spicciarla colpa ai cantanti, i quali sono il vero capro espiatorio di questi incruenti ma non di meno crudeli sagrifei, e. dell’orchestra poco- o nulla si occupa,• e. ciò è un altro tra i molti argomenti valevoli a dimostrare che il pubblico italiano, se a buon dritto può vantarsi di fino sentimento e discreto gusto in quella special parte della musica che riguarda il canto, è però mollo indietro in ciò che costituisce la veda intelligenza musicale in genere, la quale è data da un complesso di cognizioni tecniche è di pratica che non sono per nulla comuni in Italia. E infatto, quanto allo stromentale,che è tanta parte di ogni musica, come volete che in Italia se ne possa giudicare degnamente, se Peducazione che riguarda questo ramo vi è si trascurata òhe è una vera pietà? - Chi ha un tantino viaggiato in Francia e in Germania può dire imparzialmente se noi