Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1844.djvu/178

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çt I parli una melodia parziale^ ma non potendo le quinte successive dare lo stesso risultalo, rimangono assolutamente escluse tanto nel duetto (pianto nell’isolamento armonico. In due maniere poi queste quinte possono presentarsi isolate. Primo, co!l’essere troppo distanti dal complesso delle altre parti, esistendo in un centro più grave o più acuto delle medesime, per cui riescano del tulio.scoperte. e distinguibili in confronto degli altri suoni; ed in questo caso ognuno vede. che fra di loro formano fa (/ne, quindi sono sottoposte alrosservanza della legge. Possono secondariamente isolarsi, anche mediante il carattere particolare delle voci o suoni di que strumenti da’quali vengono eseguite, come da due fagotti, da due clarinetti, eco. in confronto del rimanente complesso strumentale^ ed anche in questo caso vanno a costituire il duetto, perciò non si possono ammettere. Ristringesi adunque fammissibilità delle successive quinte perfette per molo tettò, al solo caso in cui nè siano, nè possano sembrare di essere generatrici. Condizione che non ha luogo se non quando risiedano in un centro piuttosto acuto che grave, e qui debbo avvertire, che ho espressa la parola piuttosto per indicare soltanto la preferenza die si deve al centro acuto in vista del fenomeno delle risonanze, le (piali risiedono ad una considerevoli; distanza dal suono generatore, ed in centro acuto dinotando cosi, che sono prodotte e non produttrici,, come potrebbe avvenire se il loro centro fosse grave. Ila luogo la loro ammissibilità inoltre (piando siano frammiste al complesso degli altri suoni in guisa tale che non possano in alcun modo emergere, e quando finalmente le voci o suoni da’ (piali vengono espresse non segnino alcuna distinta traccia caratteristica della loro esistenza. Questi sono i principi di legge, dai quali, I per me ritengo, non si possa decampare:; ma dichiaro altresì, colla scorta dei fatti, che ogni qual volta le quinte siano scevre delle indicale condizionali proprietà si possano coscienziosamente usare. Ora mi gioverà fissare anche per le (punte i seguenti teoremi. l.° La quinta perfetta è generatrice dell’accordo perfetto, proprio di tonica, perciò non ammette la immediata successione di altra quinta pure perfètta. 2.° Due (piinte perfètte successive, ancorché adombrate da altri suoni che armonicamente le circondino, se sono alcun poco isolate o scoperte, pure possono sembrare generatrici^ e basta ciò perchè il compositore debba possibilmente evitarle. 3.° Se due quinte perfette successive sono e frammezzate e sorrette da altri suoni più J distinli. e più sensibili, tali insomma che onninamente distruggano la forza agente della loro esistenza, allora si possono francamente usare, perchè nq sono nè sembrano essere generatrici. E ammissibile la successione di due (piinte differenti, cioè della perfetta maggiore do sol e dell’imperfetta minore si j’a o viceversa, perchè la quinta si fa non può essere generatrice. Devesi per altro avere riguardo alla naturale procedura dei suoni sensibili, i quali tendono a produrre la risoluzione della quinta sento sibilo si fa sulla terza do mi, meno il -iM caso do do mi, re si fa, mi do sol, in cui il mi viene rimpiazzato dal grave in primo rivolto. ’jSù Melchiorre Balbi. CICALATE DI M.M0XS 1Œ0 IMITO i. efeSit^Ç.^on buona pace di ognuno io vociai /a’ jwS^criv ere come mi frulla, perchè non Pn s’ai’ saldo ad un proposilo, e vori •?rei intanto abbandonare i numeri arV menici, ai (piali avrei accennato nella precedente cicalata, per venir cicalando su altre materie. Ripiglierò pur anco 1‘ argomento de’ numeri (piando il talento mi vi richiamerà, giacché nelle umane teste v’ha sempre, una vicenda; il pensiero vola di (pia e di là; sembra talvolta che abbia a poggiare lontano le mille miglia, e poi ritorna sulle stesse orme; (’d alla sua volta tornerà nella mia testa anco l’argomenl.o de’ numeri che andrò allora sviluppando di proposito con quella logica, con quella precisione di sistema, con tutta quell’evidenza con che soglio trattare le cose mie. E ben raro ch’io non mi occupi di giocose materie, e trovo gli scherzi musicali di un tal sapore che invano ricerco in altre produzioni dell’umano ingegno. Quasi tutti i classici scrittori di musica si dilettarono di madrigali, di burleschi capricci, di musica lepida c pungente, e con essa ricrearono assai piacevolmente la brigala; ma non è de’semplici scherzi musicali ch’io voglio parlare, dei (piali dissero già eccèllenti autori; vorrei vedere invece se sia possibile, una satira musicale, e in qual modo possa essere trattata. La musica ebbe a svolgersi sotto mille forme, c si compiacque di argomenti varj e totalmente diversi; ma in tutta questa farragine immensa di armonie c di melodie, altre destinate a perpetua fama, altre consacrate all’eternità del nulla, non mi sovvengo, pel poco o molto che m’abbia letto, che alcun componimento abbia avuto per iscopo precipuo di censurare con sarcasmo e con avvenenti note le note altrui. Soventi gli scherzi musicali sono salire; anco la musica che esprime un’opera buffa, massimamente la musica aulica di questo genere, si compiace spesso della satira; non dimeno si prendono con essa di mira alili oggetti che non le composizioni musicali. Verranno pur anco beffeggiate, cuculiale certe maniere di canto, le qualità della voce de’ (ali cantori, le loro leziosaggini, le sdolcinature, le affettazioni loro; tuttavia questo non è ferire i componimenti musicali, ma piuttosto la imperfetta loro esecuzione. Ilo bensì veduto de’ componimenti che, polrebbonsi chiamare panegirici nella musica, coi (piali taluno ripetendo i pensieri più avvenenti della musica di (ale maestro, e ordinandoli c sviluppandoli con magistrale lavoro, ne fa scorgere maggiormente le loro bellezze, o ci mette innanzi lo stile aggrazialo di chi li inventò, e la gentilezza dell’animo suo, o la potenza della sua mente. Di questa natura sono le composizioni che ci richiamano i tratti sublimi della Creazione di Haydn, ed altre composizioni bellissime che furori dettate per lo addietro c che reggiamo pur talvolta comparire oggidì, alle (piali non rifinì aronsi le penne più rinomate, dei Donizetti, dei Merendante. Qualche rara volta mi sono abbattuto in componimenti musicali, che sembra accennino a certe bislaccherie. della musica del loro tempo, nel mentre van dipingendo le goffaggini di ridicoli compositori. Veggansi Gli Originali di Mayr: Z,c prove dell’opera di Gnocco, ed altre. Il grande Clementi si è forse più avvicinato alla vera salira nell’opera da lui chiamata Caratteri musicali; ove si mette a contraffare i celebri compositori del!’età sua; e li ha sì ben colli, che ognuno, per poca pratica che abbia del loro stile, li ravvisa all’istante. Nè manca poi il peritissimo scrittore di fermar Tatlcnzionc su (pie’ difelluzzi che gli scmbran; degni di censura, e di punzecchiarli colle sue note assai leggiadramente. Una tal quale salira fece a se stesso il Porpora, quando gli fu ingiunto di ommeltere le trillate è i mordenti che introduceva sì di frequenti! nelle sue produzioni; ed egli se ne astenne per buona ii pezza, ma poi finì un trattenimento con una foga di trilli che si seguivano c si accavallavano senza posa, ( con che diede occasione di piacevolissime risa al si-! gnor suo ed agli uditori. Io ho tentato di schiccherare delle satire musicali j della foggia che mi sono immaginala, e, comunque siano fattura di meschinissimo compositore, trovo che rispondono mollo bene allo scopo che mi sono prefisso. Emmi pertanto venula fantasia di manifestare su questa lesi il giudicio mio; c ognuno si conienti della mia buona volontà, la quale si c mossa a questa lieve fatica, non per insegnare quello che non so per me, ma per desiderio di richiamare altri sovra un argomento di cui non ho trovato traccia in alcun libro. La satira musicale adunque consisterebbe nel pugnerò colla musica i modi falsi o sconci o viziosi, i contro-sensi, gli erronei effetti della musica. E ciò dovrebbe esser fatto in guisa che il difetto censurabile, cui si accenna, non abbia a sconciare il componimento satirico; il che’_è facile massimamente so trattasi di censurare, ripetizioni, o equivoci effetti della musica. Devesi quindi per la salira assumere un genere di componimento diverso da cpiello che vuolsi’bersagliare, e tal genere che, senza partecipare del difetto, possa farlo evidentemente, rimarcare agli uditori. Per esempio: volendosi censurare nello stile di tale musico le soverchie ripetizioni, i modi consueti in cui suole’ cadere, potrei adottare frasi c modi somiglianti in una fuga, la quale porla per se le ripetizioni, c si udirebbe benissimo la nojosa sazietà delle ripetizioni al! rui, senza che io cada in tale difetto. Così se q difetto clic vuoisi censurare trovisi nella musica seria, basta soltanto trattarlo giocosamente perchè nelle composizioni facete non sia più difetto, dando luogo questo genere di musica a maggiori licenze e varietà che non il genere dignitoso. Parmi che assai dillieilmente la pittura e la scultura, siano pure di genere scherzevole, possano censurare i quadri c le statue e formare istcssamcnle una composizione di buon gusto. Le loro caricature, tanto in uso al dì d’oggi, arriveranno bensì a dare la berla alla realtà delle cose, ma non giungeranno mai, con una finzione, a censurare una finzione. La musica per lo contrario, sebbene finga essa pure, pulì senza deformarsi indicare l’altrui musicale difetto; c questa parlieolarila, se fu da molti nella musica riconosciuta, come già accennai, non mi sovvengo che sia mai stata di proposito messa in pratica. Polrehbcsi, non v‘ha dubbio, esporre, al modo che si è detto pei componimenti panegirici, eziandio colla satira una serie di concetti tulli alla noia da varie opere di un musico, per (limosirame la imperizia, o per far iscorgcre come egli siasi spesso imitato, ripetuto, copiato; ovvero polrebbonsi avvicinare i concetti simili di più scrittori per far risultare i plagj, eco: tuttavia parmi questa satira troppo volgare e sfacciala, c sara difficile che riesca con quella leggiadria che si desidera in un componimento, che pur deve per sé solleticare gli oreechj. E d uopo sferzare e pungere: ma se lo sferzare e il pugnerò sono affatto alla scoperta degenerano in villanie. Troviamo talvolta nella letteratura esempio di mordace censore, il (piale assumendo lo stile ampolloso, le parole ricercale e i modi affettali di applaudito scrittore, ci espone de’ ridicoli concetti che assai lepidamente burlano un tal fare esagerato. E questa maniera di satirizzare può essere facilmente adottata dalla musica, e parmi anzi di averla riscontrala in qualche capriccio di musico autore. (Sarà continuato). ESPOSIZIONE DEI PRODOTTI DELL’INDLSTRJA MANIFATTURIERA IN TOSCANA. ella esposizione dei prodotti della industria manifatturiera toscana, aperta Qfino dal 21 del corrente nelle sale di questa Regia Accademia di Belle Arti, si vedono anche alcune cose, benché non molte, relative alla musica, e delle quali è bene