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muccia, si calmarono, e ad Anna fu dato godere un poca di quella tranquillità che le era sempre mancata nella sua giovinezza.

Dalla pace di Utrecht, occasionata dalla morte di Giuseppe I, Vittorio Amedeo ebbe molti vantaggi, fra i quali il dominio di Sicilia e il titolo di Re. Ma questa notizia veniva troppo dappresso ad una sciagura, perchè Anna potesse provarne i benefici effetti: intendo parlare della morte, quasi improvvisa e misteriosa, della giovine e brillante duchessa di Borgogna, di cui dovremo in breve occuparci, seguita dopo soli otto giorni da quella del di lei marito.

La Sicilia, esultante di essere liberata dai monarchi spagnoli, chiedeva che il suo nuovo Re si recasse colà per esservi incoronato.

Vittorio Amedeo ed Anna Maria ascoltarono le voci festose di questa terra italiana, che applaudiva e desiderava il suo Re italiano. Ma appena la corona regale fu sulla fronte di Anna, quasi la sorte volesse provarle una volta di più che non vi è rosa senza spine, e funestare la gioia di cui essa godeva vedendo contento il marito, giunse la notizia della malattia, e subito dopo della morte dell’altra sua figlia, la Regina di Spagna!

Poi subito dopo il ritorno in Piemonte, il primogenito ed erede del regno, il sedicenne principe di Piemonte, seguiva nella tomba le sorelle! E la Regina sventurata, di tanti figli non ne aveva più che uno solo, Carlo Emanuele III (il povero Carlino, tanto trascu-