Pagina:Gemma Giovannini - Le donne di casa Savoia.djvu/383

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maria teresa luisa di carignano 313

perseveranza. Egli trovò, prendendo le redini dello Stato, le finanze in disordine, il potere avvilito, la pubblica opinione esigente e fremente contro gli abusi, e i corpi privilegiati collegati a non volere alcuna riforma. E da tutto ciò all’abisso, non vi era che un passo.

Maria Antonietta, salendo al trono giovanissima, straniera, in mezzo ad una Corte indignata dall’abolizione dell’etichetta, ad una famiglia gelosa, e ad una nazione mal prevenuta, sentì il bisogno di un’amica sincera e leale, e dopo qualche legame effimero si fermò alla Lamballe, con la quale, ad onta di qualche nube ammassata dall’intrigo, mai più si sciolse, anzi fu l’unica amicizia sua duratura, quella, si può dire, che caratterizzò la sua vita intima. E la Principessa di Lamballe non chiese mai nulla alla Regina, ne per sé, né per gli altri: né ci fu mai favorito o favorita che meno costasse a potenti! Essa non trasse profitto della sua posizione che per i poveri, e Maria Antonietta si affezionò alla sua ingenua favorita, ben sorpresa di così raro disinteresse.

La bellezza della Principessa, che è tempo oramai di descrivere, essendo essa una delle cause della sua celebrità, colpiva più l’anima che gli occhi; la di lei fisonomia era dolce e graziosa, e tutto in lei rivelava quel verginale pudore che il matrimonio troppo breve aveva appena sfiorato, conservando, vedova precoce, le soavi attrattive e quel non so che tutto proprio delle fanciulle.

Il carattere conciliante e carezzevole, lo spirito acu-