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402 le donne di casa savoia

cipio la idolatrò, e le sorelle le furono altrettante mammine amorose.

Eppoi la sua nascita aveva alla famiglia portato fortuna. Le sorti d’Europa, che andavano cambiandosi, riportarono Vittorio Emanuele a Torino, allorché essa non aveva che due anni; e l’anno appresso, al ritorno colà della Regina, i buoni e fedeli torinesi, dopo avere applaudito la sovrana, non potevano non sentirsi inteneriti, contemplando insieme alle due sorelle, nella carrozza del Re, quella minuscola personcina, graziosamente composta, quel volto di madonnina rosea e bionda, nella cornice del suo cappello bianco, che esultante guardava e anch’essa applaudiva.

Buona, obbediente, studiosa, laboriosa, cresceva come una bella rosa nei giardini di Racconigi, e a cinque anni si compiaceva tanto dei fiori, che la si vedeva trotterellare per le aiuole di quel ridente recesso, e con un piccolo annaffiatoio dissetare tante delicate creaturine che erano la sua immagine, e formarne poi mazzolini di cui compiacevasi ornare la madre e le sorelle.

Era anche molto ordinata. Nella sua stanza non si sarebbe trovato il più piccolo oggetto in disordine; sulla sua personcina tutto era inappuntabile; nei suoi lavorini l’esattezza e la precisione non erano gli ultimi pregi, e in tutto dimostrava, fino da allora, quella tranquillità di spirito di cui l’ordine è l’emanazione.

Calma, modesta, ritirata, non ebbe mai coscienza della elevata sua posizione, e quando ai suoi nove