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Il mare. 97

la Nuova Zelanda che a un dipresso ne occupa il posto nell’altro emisfero, è come perduta in seno ad un mare senza confini. Questa posizione dell’Italia in rapporto colle terre dove si svilupparono le antiche civiltà, contribuì non poco a farne l’antica regina del mondo; come la posizione della Gran Brettagna, all’imbocco, per dir così, del grande Oceano, contribuì non poco a farne la moderna regina dei mari.

210. Osservate in terzo luogo come la superficie asciutta del globo è irregolare, formando dei rilievi ineguali, sparsi di monti, di colli, di valli e di laghi. Ma questi rilievi inclinano da ogni parte verso il mare, che ne bagna tutto all’ingiro le basi. Le terre ci mostrano parzialmente quale sia la configurazione generale della superficie solida del pianeta, non altro cioè che un gran numero di rilievi maggiori o minori, che si alternano con altrettante maggiori o minori depressioni. Sono le massime depressioni quelle in cui furono costrette, per legge di gravità, a radunarsi le acque, e si chiamarono mari. Rimasero perciò asciutti i maggiori rilievi, che si chiamarono terre.

211. Nei capitoli precedenti occorse sovente di far menzione del mare. Abbiamo veduto che dal mare proviene la massima parte dei vapori di cui l’atmosfera è pregna continuamente; che le correnti terrestri si versano incessatamente in questo gran serbatojo delle acque e vi depongono il frutto delle loro enormi rapine esercitate sulle terre. Ora è il momento di concentrare la nostra attenzione su quella università delle acque e di esplorarvi almeno i principali di quei grandiosi fenomeni che si svolgono nel suo seno.

Geikie. 7