Pagina:Georgiche.djvu/141

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Fumino i rossi giunchi; e i luoghi fuggi,
Dove o l’acqua impaludi, o greve esali
Odor di fango, e i curvi colli, e gli antri,
Dove nascosta a le lontane voci
75Imitandone il suon l’eco risponde.

     Ma Febo già serena il cielo, e guida
Cacciando il verno la stagion migliore;
Tutte allor fuor le industrïose pecchie
Escon, pe i boschi e per le verdi selve
80Peregrinando, e i rugiadosi fiori
Suggono, e lievi a vol radendo i fiumi
L’onda somma delibano, e pasciute
E prese poi da non so qual dolcezza
A nutrire, e a covar la prole, e i nidi
85Tornano allora, e le tenaci cere
E il mel con arte a fabbricar si danno.

     Ma quando il nido abbandonando i folti
Sciami vedrai lungi involarsi, ed alto
Nuotar per l’aër liquido e sereno,
90Quasi spinte dal vento oscure nubi,
Osserva il corso lor, chè di dolci acque
In cerca andran su la vicina riva,
O d’arbore frondosa; ivi tu spargi
Trita melissa, e de la vil cerinta