Pagina:Georgiche.djvu/89

Da Wikisource.

89

     Resta ora a ricordar, che qual ei sia
L’arbor che pianta il buon cultor, di molta
Terra e letame lo ricopra, e intorno
540Poroso tufo vi raduni, ed aspre
Scaglie, per cui penetri l’acqua, e passi
Il sottile vapore, onde ristoro
Prenda la pianta, e si ricrei: taluno
Pur v’è, che sassi, od ampii cocci al tronco
545Suole addossar, da le dirotte piogge
Schermo, e dal sirio can che i campi aduggia.

     De’ piantati magliuoli al piè dovrai
Poscia sovente accumular la terra;
Rincalzarla co i rastri, e ne la vigna
550L’aratro esercitar, destro cacciando
Tra pianta e pianta i riluttanti bovi;
Poi lisce canne accomodarvi, e verghe,
O pertiche di frassino scorzate,
E bicorni forcelle, a cui la vite
555Appoggiata sostengasi, e de i venti
L’impeto disprezzando a gli olmi in cima
Di ramo in ramo a rampicarsi impari.

     Mentre però giovine ancor s’ammanta
De le novelle frondi, ah tu perdona
560A la tenera età; nè, perchè s’alzi