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136 LA GERUSALEMME

XXXVIII.


     Carlo incomincia allor: se ciò concede,
Donna, quell’alta impresa ove ci guidi;
Lasciami omai por nella terra il piede,
300E veder questi inconosciuti lidi:
Veder le genti, e ’l culto di lor fede,
E tutto quello ond’uom saggio m’invídi,
Quando mi gioverà narrar altrui
304Le novità vedute, e dire: io fui.

XXXIX.


     Gli rispose colei: ben degna invero
La domanda è di te; ma che poss’io,
S’egli osta inviolabile e severo
308Il decreto de’ Cieli al bel desio?
Chè ancor volto non è lo spazio intero
Ch’al grande scoprimento ha fisso Dio:
Nè lece a voi dall’Ocean profondo
312Recar vera notizia al vostro mondo.

XL.


     A voi, per grazia, e sovra l’arte e l’uso
De’ naviganti, ir per quest’acque è dato:
E scender là dove è il guerrier rinchiuso,
316E ridurlo del mondo all’altro lato.
Tanto vi basti: e l’aspirar più suso
Superbir fora, e calcitrar col fato.
Quì tacque: e già parea più bassa farsi
320L’isola prima, e la seconda alzarsi.