Pagina:Gerusalemme liberata II.djvu/18

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6 LA GERUSALEMME

XIV.


     Poscia in cima del colle ornan l’altare
Che di gran cena al sacerdote è mensa:
E d’ambo i lati luminosa appare
108Sublime lampa in lucid’oro accensa.
Quivi altre spoglie, e pur dorate e care,
Prende Guglielmo, e pria tacito pensa:
Indi la voce in chiaro suon dispiega,
112Se stesso accusa, e Dio ringrazia e prega.

XV.


     Umili intorno ascoltano i primieri:
Le viste i più lontani almen v’han fisse.
Ma poichè celebrò gli alti misteri
116Del puro sacrifizio: itene, ei disse:
E, in fronte alzando ai popoli guerrieri
La man sacerdotal, gli benedisse.
Allor sen ritornar le squadre píe
120Per le dianzi da lor calcate vie.

XVI.


     Giunti nel vallo, e l’ordine disciolto,
Si rivolge Goffredo a sua magione:
E l’accompagna stuol calcato e folto
124Insino al limitar del padiglione.
Quivi gli altri accomiata, indietro volto,
Ma ritien seco i duci il pio Buglione:
E gli raccoglie a mensa, e vuol ch’a fronte
128Di Tolosa gli sieda il vecchio Conte.