Pagina:Gerusalemme liberata II.djvu/257

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CANTO DECIMOTTAVO. 231

LXXI.


     Con tutto ciò d’andarne oltre non cessa
L’assalitor, che tripartito move.
E chi va sotto gatti, ove la spessa
564Gragnuola di saette indarno piove:
E chi le torri all’alto muro appressa,
Che loro a suo poter da se rimove;
Tenta ogni torre omai lanciare il ponte,
568Cozza il monton con la ferrata fronte.

LXXII.


     Rinaldo intanto irresoluto bada,
Chè quel rischio di lui degno non era.
E stima onor plebeo, quando egli vada
572Per le comuni vie col volgo in schiera.
E volge intorno gli occhj, e quella strada
Sol gli piace tentar ch’altri dispera.
Là dove il muro più munito ed alto
576In pace stassi, ei vuol portar l’assalto.

LXXIII.


     E volgendosi a quegli, i quai già furo
Guidati da Dudon guerrier famosi:
O vergogna, dicea, che là quel muro
580Fra cotante arme in pace or si riposi.
Ogni rischio al valor sempre è sicuro:
Tutte le vie son piane agli animosi.
Moviam la guerra, e contra ai colpi crudi
584Facciam densa testuggine di scudi.