Pagina:Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu/239

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stettero accasermati durante l’anno più di ottomila coscritti, diventano all’epoca vendemmiale, due luoghi di convegno pel mondo dovizioso che in esse viene a versarsi dai compartimenti lombardi. Le feste bacchiche organizzate e celebrate dai coscritti per la chiusura della stagione costituiscono una solleticante attrattiva pei gaudenti d’ambo i sessi; e la pigiatura delle uve, ritenuta oggimai uno dei mezzi terapeutici più efficaci per combattere l’anemia e il nervosismo, fa accorrere i convalescenti alle piscine del mosto corroborante.

Pigiare! Ecco l’ultima parola della scienza e della moda. Diecimila lussi per pigiatura, un patrimonio per la cura completa di quindici o venti attriti di grappoli, ecco una nuova risorsa della speculazione, che non cesserà mai di lucrare sulla infermità e sulla miseria.

L’Albani, dietro consiglio dell’illustre suo medico, si era appunto recato a Stradella per attingere vigore dai bagni effervescenti. I due primati si vedevano ogni giorno, si comunicavano ogni giorno le loro idee, discutevano. Qualche volta nel calore della disputa si irritavano. Ma erano impeti fuggitivi, ai quali succedeva bentosto una limpida calma.

Il Virey, scienziato profondo, sempre logico ed eloquente nel derivare le sue deduzioni dalle leggi fisiche che governano l’uomo ed il cosmos, si adoperava a sventare le fantastiche utopie del suo antagonista con fervore da apostolo. L’altro, al finire di ogni controversia, esausto di argomenti, chinava il capo in silenzio, nell’atteggiamento di un convertito, di un discepolo ossequioso e convinto. Quali erano le teorie del gran medico? Noi le conosciamo. Al letto dell’Albani, in quella sapiente diagnosi sulla origine, la natura e gli sviluppi del chiodo fantastico, il Virey aveva ampiamente spiegato il suo programma. Di tutte le calamità pubbliche e private, del-