Pagina:Gianni di Parigi.djvu/18

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16 ATTO

Sin.

Eterni Dei! quest’uomo

(sorpreso e sdegnato

       Chi è, che vuol, che fa?

Gia.

Di Parigi io son borghese,

(alzandosi e presentandosi al Sin. con grande disinvoltura)

     245Corro il mondo a passo a passo:
     Mi diverto alle mie spese,
     Con nessuno il capo abbasso,
     Sol se incontro un’osteria
     Io la vado a visitar.

Ped.

250Visitato ha pur la mia,
     E occupato il desinar.

Sin.

Come!.. come!.. vada via:
     O con me l’avrà da far.

Ped.

Intendeste?

(a Gian.)

Gia.

                      Intesi: e resto.

Ped.

     Si può dar?...

Sin.

                      255Va via, buffone.

Gia.

     Dopo il pranzo.

Sin.

                      Sorti presto
     Dalla porta o dal balcone.

Gia.

     La gentil proposizione
     Mi è impossibile accettar.

Sin.

260(Poffar bacco! sti borghesi
     Hanno teste molto strambe.
     Siniscalco, forte in gambe.
     Non lasciarti sopraffar.)

Gia.

(Mai non vidi e non intesi
     265Un bel giuoco al par di questo;
     Se al principio eguale è il resto,
     Gran risate che ho da far!)

Ped.

(Parta o resti, quel ch’io presi
     Più non rendo ad ogni modo:
     270Locandiere, muso sodo,
     Non istarti a sgomentar.)

(odesi rumor di carrozze.)

Sin.

Esci, vola; ecco i corrieri
     Che precedono sua Altezza.