Pagina:Gianni di Parigi.djvu/37

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SECONDO 35

Io sono sposo, e quella
Che la sua man m’accorda è di Navarra
La gentil Principessa.

Ped.

(Delira.)

Lor.

            (È matto.)

Sin. (confuso)

                    Voi madama!

Pri. (con sicurezza)

                                         Io stessa.
295Dopo un maturo esame
Di tutti i pretendenti alla mia destra,
Vedo che questo amabile francese
Ogni rivale nel mio core ha vinto.
Un dolce e ignoto istinto
300Qui condusse i miei passi, e qui trovai
Chi spogliarmi dovea del mio rigore.

Sin.

Altezza!... oh! disonor!

Pri.

                                                                        Qual disonore?
A ciascun noto sia
Che al prence ereditario della Francia
305Gli affetti io dono e insiem la destra mia.

Ped.

          Gianni?

Gia.

                    Io stesso.

Sin.

                            Perdonate.

Pri.

          Siniscalco, l’approvate?
        Fausto sempre splenda il sole,
          Sempre il fato a noi sorrida,
          310Di costanza la più fida
          Dolce imene sia mercè.
        Scorra ognor la nostra vita
          Qual ruscello in via fiorita,
          Dall’amore fecondata,
          315Coronata - dalla fè.
        D’un’alma che languìa
          Son frante le catene,
          Ed or godrà d’un bene
          Che mai potea sperar.