Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano II.djvu/54

Da Wikisource.
48 storia della decadenza

che la pompa trionfale saliva sul Campidoglio. A questi usurpatori, la cui disfatta gli avea convinti del delitto di tradimento, fu permesso di passare la vita nell’opulenza, ed in un onorevol riposo. L’Imperatore regalò a Zenobia una bellissima villa a Tibure ovvero Tivoli, lontana quasi venti miglia dalla Capitale; la Regina della Siria divenne a poco a poco una Matrona Romana; le figliuole di lei si maritarono con persone di famiglie nobili, e la sua discendenza non era ancora estinta nel quinto secolo1. Tetrico ed il suo figliuolo furono ristabiliti nel loro grado e nei loro beni. Eressero sul Monte Celio un magnifico palazzo, ed appena fu terminato, invitarono a cena Aureliano. Fu egli al suo ingresso dilettevolmente sorpreso da un quadro rappresentante la loro singolare istoria. Erano essi dipinti, prima in atto di offrire all’Imperatore una corona civica e lo scettro della Gallia, e di poi in atto di ricever dalle mani di lui gli ornamenti della Dignità Senatoria. Ebbe quindi il padre il governo della Lucania2, ed Aureliano, che presto ammesse il deposto Monarca alla sua amicizia e conversazione, familiarmente gli domandò, se non era più desiderabile l’amministrare una Provincia dell’Italia, che il regnare di là dall’Alpi? Il figliuolo continuò lungamente ad essere un rispettabil membro del Senato; nè vi fu alcuno tra la Nobiltà Romana più stimato da Aureliano, e dai successori di lui3.

  1. Vopisco nella Stor. Aug. p. 199. Hieronym. in Chron. Prosper. in Chron. Baronio suppone che Zenobio, vescovo di Firenze ai tempi di S. Ambrogio, fosse della famiglia di lei.
  2. Vopisco nella Stor. Aug. p. 222. Eutropio, IX. 13. Vittore Juniore. Ma Pollione nella Stor. Aug. p. 196 dice che Tetrico fu fatto Censore di tutta l’Italia.
  3. Stor. Aug. p. 197.