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mano; ma le immortali produzioni, ch’essi lasciate avevano alla posterità, furono senza difesa esposte alla rapace vanità di un despota. Per ordine di esso le città della Grecia e dell’Asia spogliate vennero de’ più pregevoli loro ornamenti1. I trofei di memorabili guerre, gli oggetti di religiosa venerazione, le statue più perfette degli Dei e degli Eroi, dei Sapienti e dei Poeti dell’Antichità contribuirono allo splendido trionfo di Costantinopoli, e dieder luogo a quella riflessione dell’Istorico Cedreno2, il quale osserva con qualche entusiasmo, che niente altro pareva mancare, salvo gli animi degli uomini illustri, che da quegli ammirabili monumenti venivano rappresentati. Ma non è già nella città di Costantino, e nel decadente periodo d’un Impero, allorchè la mente umana trovavasi oppressa dalla schiavitù così civile, come religiosa, che cercarsi dovevano le anime d’un Omero e d’un Demostene.

Nel tempo dell’assedio di Bizanzio aveva il conquistatore piantato la propria tenda sulla dominante eminenza del secondo colle. Per eternare pertanto la memoria del suo buon successo, destinò per il Foro principale3 quel medesimo vantaggioso luogo, che sembra

  1. Constantinopolis dedicatur pene omnium Urbium nuditate: Hieronym. Chron. p. 181. Vedi Codin. p. 8, 9. L’autore delle Antichità Cost. l. III (appresso Banduri Imp. Orient. Tom. I. p. 41) enumera Roma, Sicilia, Antiochia, Atene ed una lunga lista di altre città. Può supporsi che le Provincie della Grecia e dell’Asia minore avranno somministrato il più ricco bottino
  2. Hist. Comp. p. 369. Esso descrive la statua, o piuttosto il busto d’Omero con sì fino gusto, che chiaramente indica, che Cedreno copiò lo stile d’un secolo più fortunato.
  3. Zosimo l. II. p. 106. Cronic. Alessand. o Pasqual.