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268 storia della decadenza

nelle lettere, cui l’Imperatore spediva a’ due Consoli eletti, ch’essi erano stati creati per la sola di lui autorità1. I loro nomi e ritratti, incisi sopra tavolette d’avorio dorate, si spargevano per l’Impero come presenti, che facevansi alle Province, alle Città, a’ Magistrati, al Senato ed al Popolo2. Si faceva la solenne loro inaugurazione dov’era la residenza Imperiale, e per lo spazio di centovent’anni Roma fu continuamente priva della presenza degli antichi suoi magistrati3. La mattina del primo di Gennaio, i Consoli assumevano le insegne della lor dignità. Si vestivano in tal occasione d’un abito di porpora con ricami di

    sta indegna specie di luogo oratorio, che vien maneggiato con un poco più di libertà e d’ingenuità da Mamertino. Paneg. Vet. XI. 16, 19.

  1. Cum de Consulibus in annum creandis solus mecum volutarem... te Consulem et designavi et declaravi, et priorem nuncupavi: queste sono alcune dell’espressioni usate dall’Imperat. Graziano verso il poeta Ausonio suo precettore.
  2. Immanesque... dentes,
    Qui secti ferro in tabulas auroque micantes,
    Inscripti rutilum coelato Consule nomen
    Per proceres et vulgus eant.

    Claud. in II. Consul. Stilic. 456.

    Montfaucon ha pubblicato alcune di queste tavolette, o dittici. Vedi il Supplem. all’Antich. spieg. Tom. III. p. 220.

  3. Consule laetatur post plurima saecula viso
    Pallanteus apex: agnoscunt rostra curules
    Auditas quondam proavis: desuetaque cingit
    Regius auratis Fora fascibus Ulpia lictor.

    Claudian. in VI. Cons. Hortor. 643.

    Dal regno di Caro fino al sesto Consolato d’Onorio si trova un intervallo di centovent’anni, nel qual tempo gl’Imperatori furono sempre il primo di Gennaio assenti da Roma. Vedi la Cronolog. di Tillemont Tom. III. IV. e V.