Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano III.djvu/287

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dell'impero romano cap. xvii. 281

pie Diocesi, ognuna delle quali uguagliava la giusta estensione di un potente Regno. La prima di queste diocesi era sottoposta alla giurisdizione del Conte d’Oriente; e si può formare un’idea dell’importanza, e del numero delle sue funzioni col solo riflettere che per l’immediato di lui uso erano impiegati seicento apparitori, che ora si direbbero segretari, giovani assistenti o messi1. Non era più occupato da un Cavalier Romano il posto di Prefetto Augustale d’Egitto: ma ne fu ritenuto il nome, e furon continuate nel Governatore di quella diocesi le straordinarie facoltà, che una volta la situazione del paese ed il temperamento degli abitanti rendettero indispensabili. Le altre undici diocesi dell’Asia, del Ponto e della Tracia; della Macedonia, della Dacia, e della Pannonia o sia dell’Illirico occidentale; dell’Italia e dell’Affrica; della Gallia, della Spagna, e della Gran-Brettagna erano governate da dodici Vicari o Viceprefetti2, il nome de’ quali spiega abbastanza la natura e la dipendenza del loro uffizio. Può aggiungersi ancora, che i luogotenenti generali degli eserciti Romani, ed i Conti e Duchi militari, de’ quali dovremo da qui avanti parlare, goderono la dignità ed il titolo di Rispettabili.

A misura che prevaleva ne’ consigli degl’Imperatori lo spirito di gelosia e d’ostentazione, attendevano essi

  1. Il Proconsole dell’Affrica aveva quattrocento apparatori; i quali tutti ricevevano stipendi o dal tesoro Imperiale o dalla Provincia. Vedi Pancirolo, p. 26 ed il Cod. Giustin. l. XII. Tit. LVI. LVII.
  2. Trovavasi parimente in Italia il Vicario di Roma: e si è molto disputato, se la sua giurisdizione si contenesse nelle cento miglia dalla città, o s’estendesse sopra le dieci Province meridionali dell’Italia.