Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano III.djvu/341

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dell'impero romano cap. xviii. 335

e propagarono nuovi rami della stirpe Imperiale. Fra i figli di Giulio Costanzo Patrizio, Gallo e Giuliano divennero in seguito i più illustri. I due figli di Dalmazio, ch’erano stati decorati col vano titolo di Censori, si chiamarono Dalmazio ed Annibaliano. Due sorelle di Costantino Magno, Anastasia ed Eutropia, furon date per mogli ad Ottato e Nepoziano, Senatori di nascita nobile e di consolar dignità. Costanza, terza di lui sorella, si distinse per l’eminente sua grandezza e miseria. Essa rimase vedova del soggiogato Licinio; e fu per sua intercessione che un innocente fanciullo, frutto del suo matrimonio, conservò per qualche tempo la vita, il titolo di Cesare ed una precaria speranza di successione. Oltre le femmine e gli affini della casa Flavia, pareva che dieci o dodici maschi, a’ quali secondo il linguaggio delle Corti moderne si darebbe il titolo di Principi del sangue, fossero destinati o a ereditare per ordine, o a sostenere il trono di Costantino. Ma in meno di trent’anni questa numerosa e crescente famiglia fu ridotta alle persone di Costanzo e di Giuliano, che soli sopravvissero ad una serie di delitti e di calamità, simili a quelle che i Tragici han deplorato nelle male augurate stirpi di Cadmo e di Pelope.

Crispo, figlio maggiore di Costantino ed erede presuntivo dell’Impero, vien rappresentato dagl’istorici imparziali come un amabile e compito giovane. Fu affidata la cura della sua educazione o almen de’ suoi studi a Lattanzio, il più eloquente fra’ Cristiani, e precettore mirabilmente adatto a formare il gusto, e ad eccitar le virtù del suo illustre discepolo1. All’età

  1. Girol. in Chron. La povertà di Lattanzio si può riferire o a lode del disinteressato filosofo, o a vergogna dell’in-