Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano III.djvu/392

Da Wikisource.
386 storia della decadenza

fianco di Magnenzio1. Le truppe rimasero in armi da ambe le parti con ansiosa espettazione per la maggior parte della mattina, ed il figlio di Costantino dopo d’aver animato con un eloquente discorso i soldati, si ritirò in una Chiesa a qualche distanza dal campo di battaglia, e commise a’ suoi Generali la condotta di questa decisiva giornata2. Essi meritavan la sua fiducia pel valore e per l’arte militare, che dimostrarono. Diedero saviamente principio all’azione sulla sinistra; ed avanzando tutta l’ala della cavalleria in linea obbliqua, ad un tratto girarono sul fianco destro del nemico, il quale non era preparato a resistere all’impeto del loro attacco. I Romani dell’Occidente presto si riunirono, mediante l’abitudine della disciplina; ed i Barbari della Germania sostennero la fama della loro nazionale bravura. Il combattimento divenne tosto generale; si mantenne con varj e singolari giri di fortuna, ed appena finì colle tenebre della notte. La segnalata vittoria, che ottenne Costanzo, si attribuisce alle armi della sua cavalleria. Vengon descritti i suoi corazzieri, come tante massicce statue di acciaio, lucenti per la loro squamosa armatura, che rompevano con le pesanti lor lance la stabile ordinanza delle Gal-

  1. Questa positura e le successive evoluzioni son chiaramente, sebbene in breve, descritte da Giuliano (Orat. I. p. 36).
  2. Sulpic. Sever. l. II. 405. L’Imperatore passò la giornata in preghiere con Valente, Vescovo Arriano di Mursa, che guadagnò la sua confidenza con annunciargli l’evento della battaglia. Il Tillemont (Hist. des Emper. Tom. IV. p. 1110) osserva molto a proposito il silenzio di Giuliano rispetto al personal valore di Costanzo nella battaglia di Mursa. Il silenzio dell’adulazione qualche volta equivale alla più positiva ed autentica prova.