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incorrotta di quell’eminente Prete, che in un’antecedente elezione aveva dichiarate, e forse generosamente soppresse, le sue pretensioni alla sede Episcopale1, Alessandro, competitore di lui, prese le parti di suo giudice. Fu agitata l’importante causa avanti di esso; e sebbene a principio sembrasse dubbioso, finalmente pronunziò la sua definitiva sentenza, come un’assoluta regola di fede2. L’indomito Prete, che ardì resistere all’autorità del suo ardente Vescovo, fu separato dalla comunion della Chiesa. Ma l’orgoglio d’Arrio era sostenuto dall’applauso d’un numeroso partito. Egli contava fra’ suoi immediati seguaci due Vescovi dell’Egitto, sette Preti, dodici Diaconi, e (quel che sembra quasi incredibile) settecento Vergini. Un grandissimo numero de’ Vescovi Asiatici parve che ne sostenesse, o favorisse la causa; ed i loro passi eran condotti da Eusebio di Cesarea, il più dotto de’ Prelati Cristiani, e da Eusebio di Nicomedia, che aveva acquistato la riputazione di uomo di stato senza perder quella di Santo. Si opposero nella Palestina e nella Bitinia de Sinodi a quelli dell’Egitto. Questa teolo-

  1. Vedi Filostorgio lib. I. c. 3, e l’ampio Comentario del Gottofredo. L’autorità però di Filostorgio vien diminuita agli occhi degl’Ortodossi per causa del suo Arrianismo; ed a quegli de’ critici ragionevoli a motivo della sua passione, della sua ignoranza e de’ suoi pregiudizij.
  2. Sozomeno (lib. I. c. 15.) rappresenta Alessandro come indifferente ed anche ignorante in principio della disputa; mentre Socrate (lib. I.) ne attribuisce l’origine alla vana curiosità delle sue teologiche speculazioni. Il Dottor Jortin (Osserv. sull’Ist. Eccl. vol. II. p. 178). ha censurato con la solita sua libertà la condotta d’Alessandro πρὸς ὀργὴν ἑξάπτεται. . . . ὁμοίως φρόνειν ἑκελέυσε (s’accende di sdegno. . . . comanda che si pensi come egli pensa).