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dell’Oriente, divenne tosto segreto complice degli Eusebiani. Si adunarono in Antiochia novanta Vescovi di quella Setta o fazione, sotto lo specioso pretesto di consacrare la Cattedrale. Essi composero un ambiguo simbolo che leggermente è tinto de’ colori del Semiarrianismo, e venticinque canoni, che regolan tuttavia la disciplina dei Greci ortodossi1. Fu deciso con qualche apparenza di giustizia, che un Vescovo, deposto da un Sinodo, non riassumesse le funzioni Episcopali finattantochè non fosse assoluto dal giudizio d’un ugual Sinodo; la qual legge immediatamente applicata venne al caso d’Atanasio; il Concilio d’Antiochia ne pronunziò, o piuttosto ne confermò la degradazione; uno straniero, chiamato Gregorio, fu collocato sopra la sua sede, e fu ordinato a Filagrio2, Prefetto dell’Egitto, di sostenere il nuovo Primate con la forza civile e militare della Provincia. Oppresso dalla cospirazione de’ Prelati Asiatici, Atanasio si ritirò da Alessandria, e passò tre anni3 esule e supplichevole sul sacro li-

  1. Vedi Beveridge Pand. Tom. I. p. 429-452 e Tom. II. Annot. p. 182. Tillemont Mem. Eccl. Tom. VI. p. 310-324. S. Ilario di Poitiers ha fatto menzione di questo Sinodo d’Antiochia con troppo favore e rispetto. Ei vi conta novanta sette Vescovi.
  2. Questo Magistrato, sì odioso per Atanasio, è lodato da Gregorio Nazianzeno, Tom. I. Orat. 21. p. 391.

    Saepe premente Deo fert Deus alter opem.

    Per onore della natura umana ho sempre piacere di scoprire qualche buona qualità in quegli uomini, che dallo spirito di parte si sono dipinti come mostri e tiranni.

  3. Le difficoltà cronologiche, le quali rendon dubbiosa la residenza d’Atanasio a Roma, sono vigorosamente trattate dal Valesio Observ. ad Calc. Tom. II. Hist. Eccles. lib. I c. 1-5, e dal Tillemont Mem. Eccles. Tom. VIII. p. 674 ec.