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136 storia della decadenza

impegnare i suoi principali ministri ad attestar la sincerità delle sue intenzioni. Queste si manifestarono in un modo anche più pubblico per mezzo dei rigorosi ordini che furon mandati nell’Egitto di richiamar gli aderenti di Atanasio, di reintegrarli ne’ lor privilegi, di promulgar la loro innocenza, e di cancellare dai pubblici registri le illegittime processure, che si eran fatte nel tempo che prevaleva la fazione Eusebiana. Dopo che fu accordata ogni soddisfazione e sicurezza cui la giustizia e anche la delicatezza potesser richiedere, il Primate si pose in viaggio a piccole giornate per le Province della Tracia, dell’Asia e della Siria; e veniva per tutto accompagnato dall’abbietto omaggio de’ Vescovi Orientali, che eccitavano il suo disprezzo senza ingannare la sua penetrazione1. In Antiochia vide l’Imperator Cotanzo; ricevè con modesta fermezza gli abbracciamenti e le proteste del suo Signore, ed eluse la proposizione di concedere agli Arriani una sola Chiesa in Alessandria, col chiedere una simil tolleranza pel suo partito nelle altre città dell’Impero; replica, che solo avrebbe potuto apparir giusta e moderata in bocca d’un Principe indipendente. L’ingresso dell’Arcivescovo nella sua Capitale fu una procession di trionfo; l’assenza e la persecuzione l’avevano renduto caro agli Alessandrini; si era più stabilmente confermata la sua autorità, che egli esercitava con rigore, e la sua fama

  1. Ho sempre avuto qualche dubbio intorno alla ritrattazione d’Ursacio e di Valente. Atanas. T. I. p. 776. Le loro lettere a Giulio, Vescovo di Roma, e ad Atanasio medesimo son di tempra sì differente l’una dall’altra, che non possono essere ambedue genuine. L’una tiene il linguaggio de’ rei che confessano la loro colpa ed infamia, l’altra quello di nemici, che a termini uguali chiedono un’onorevole riconciliazione.