Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IV.djvu/197

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dell'impero romano cap. xxii 193

sul Reno nelle vicinanze di Cleves; e si preparò a gastigar la perfidia degli Attuarj, tribù di Franchi, i quali supponevano di poter devastare impunemente le frontiere d’un Impero diviso. La difficoltà, e la gloria di quest’impresa consisteva in una faticosa marcia; e Giuliano ebbe vinto, subito che gli riuscì di penetrare in un luogo che gli antecedenti Principi avevano stimato inaccessibile. Dopo d’aver concessa la pace a’ Barbari, l’Imperatore visitò diligentemente le fortificazioni lungo il Reno da Cleves a Basilea; esaminò con particolar attenzione i territorj, che avea ricuperati dalle mani degli Alemanni, passò per Besanzone1, che aveva molto sofferto dal lor furore, e fissò il suo principal quartiere a Vienna per il seguente inverno. Fu migliorata e fortificata la frontiera della Gallia con nuove fortificazioni; e Giuliano aveva qualche speranza, che i Germani, da esso tante volto soggiogati, potessero in assenza di lui esser tenuti a freno dal terror del suo nome. Vadomair2 era l’unico Principe degli Alemanni, ch’egli stimava o temeva; e mentre l’astuto Barbaro affettava d’osservar la fede de’ trattati, il progresso delle sue armi minacciava lo Stato d’una inopportuna, e pericolosa guerra. La politica di Giuliano condiscese a sorprendere il Principe degli Alemanni con le sue proprie

  1. Giuliano (Epist. 38. p. 44) fa una breve descrizione di Vesonzio, o Besanzone come di una sassosa penisola quasi circondata dal fiume Doubs, una volta magnifica Città piena di tempj ec., e poi ridotta ad una piccola terra, che risorgeva però dalle sue rovine.
  2. Vadomair entrò nella milizia Romana, e dal grado di Re barbaro fu promosso a quello di Duce di Fenicia. Egli mantenne sempre il medesimo artificioso carattere (Ammiano