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344 storia della decadenza

riale era immollata o coperta di fango ugualmente che la veste ordinaria dell’infimo soldato. I due assedj gli presentarono riguardevoli occasioni di segnalare il suo personal valore, che nel più perfetto stato dell’arte militare rare volte può dimostrarsi da un prudente Capitano. Stava l’Imperatore avanti la cittadella di Perisabor non curando l’estremo suo rischio, ed incoraggiava le truppe a gettar giù le porte di ferro, fino al segno di esser quasi oppresso da un nuvolo di dardi e di grosse pietre, ch’eran dirette contro la sua persona. Nel tempo che esaminava le fortificazioni esterne di Maogamalca, due Persiani, sacrificandosi alla loro patria ad un tratto gli corsero addosso con le scimitarre nude: l’Imperatore, alzato lo scudo, riparò destramente i lor colpi, e con un costante e ben inteso coraggio stese morto ai suoi piedi uno degli avversari. La stima di un Principe, che possiede le virtù che approva negli altri, è la più nobile ricompensa di un meritevole suddito; e l’autorità, che Giuliano traeva dal personale suo merito, lo rendea capace di restaurare ed invigorire il rigore dell’antica disciplina. Ei punì colla morte o coll’ignominia la cattiva condotta di tre truppe di cavalleria, che in una scaramuccia col Surenas avevan perduto l’onore ed uno dei loro stendardi; e con corone obsidionali1 distinse il valore dei primi soldati che salirono sulla città di Maogamalca. Dopo l’assedio di Perisabor fu esercitata la fermezza dell’Imperatore dall’insolente

  1. Obsidionalibus coronis donati. Ammiano XXIV. 4. O Giuliano, o l’Istorico era un imperito antiquario. Avrebbe dovuto dar corone murali. L’obsidionale era il premio d’un Generale, che liberato avesse una città assediata. Aul. Gell. Noct. Attic. V. 6.