Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IX.djvu/127

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dell'impero romano cap xlvii. 121

esercito di Greci; consunsero le fiamme il monastero di San Marone; i più prodi capitani della Setta furono traditi e assassinati, e dodicimila dei loro partigiani furono tratti sulle frontiere dell’Armenia e della Tracia. Ciò nonostante l’umile Setta dei Maroniti ha sopravvissuto all’impero di Costantinopoli, e la loro coscienza sotto i Turchi è libera, moderata la servitù. Fra i loro Nobili antichi sono scelti i lor governatori particolari; dal fondo del suo monastero di Canobin, crede tuttavia il Patriarca d’essere assiso sulla sede d’Antiochia; nove Vescovi ne compongono il Sinodo, e centocinquanta sacerdoti, che hanno la facoltà di maritarsi, son destinati alla cura di centomil’anime. S’estende il lor paese dalla catena del monte Libano sino alle coste di Tripoli; e in questa angusta striscia di territorio, con una degradazione insensibile si offrono al guardo tutte le varietà del suolo e del clima, dai grandi cedri che non curvano il capo sotto il peso delle nevi1, sino ai vigneti, ai gelsi e agli olivi della

  1. Nell’ultimo secolo si vedeano tuttavia sul monte Libano venti di quei cedri cotanto vantati dalla Storia sacra (Voyage de la Roque, t. I, p. 68-76); oggi non ve ne ha più di quattro o cinque (Viaggio di Volney t. I, pag. 264). La scomunica proteggeva quegli alberi così celebri nella Scrittura; se ne levava, ma con circospezione, qualche pezzo per farne crocette, ec: ogni anno sotto la lor ombra si cantava una Messa, e i Sirii supponevano in essi la facoltà di rialzare i loro rami contro la neve, alla quale non sembra che il Libano sia tanto fedele quanto dice Tacito: inter ardores opacum fidumque nivibus: ardita metafora (Hist. v. 6).
    (Dicasi piuttosto che fedele alle nevi, significa fedele ossia sicuro, difeso ec. per le nevi, nel senso anche di Plinio. V. Forcellini. N. del Trad.)