Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IX.djvu/42

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36 storia della decadenza

zanzio1. Invidiava la fortuna che avevano di brillare fra il grande splendore della Corte imperiale; ne temeva l’ambizione potente ad opprimere i metropolitani dell’Europa e dell’Asia, a soperchiare le province d’Alessandria e d’Antiochia, ed a portare le loro diocesi ai confini dell’Impero. La costante moderazion d’Attico, il quale faceva uso assai mite della dignità usurpata a San Grisostomo, sospese l’animosità dei Patriarchi dell’Oriente. Ma San Cirillo fu desto alla per fine dalla esaltazion d’un rivale più degno della sua stima e dell’odio suo. Dopo il breve e procelloso pontificato di Sisinnio, l’elezione dell’Imperatore il qual in tal circostanza consultò l’opinion pubblica, e gli nominò per successore uno straniero, attutò le fazioni del clero e del popolo, e concedette il principe l’arcivescovado della sua capitale a Nestorio2, nativo di Germanicia e monaco d’Antiochia, ragguardevole per l’austerità della vita, e l’eloquenza de’ suoi sermoni; ma la prima volta che predicò al cospetto del pio Teodosio lasciò trapelare l’acrimonia e l’impazienza del suo zelo. „O Cesare, esclamò, dammi la Terra monda di Eretici, e io ti darò in cambio il regno del Cielo. Estermina con me gli Eretici, ed io con te esterminerò i persiani„. Nel quinto giorno del suo pontificato, quasi

  1. Vedi le particolarità intorno ai loro caratteri nella Storia di Socrate (l. VII, c. 25-28), e intorno alla loro autorità e alle pretensioni, nella voluminosa compilazione del Tomassino (Discipl. de l’Eglise, t. I, p. 80-91)
  2. Racconta Socrate la Storia del suo avvenimento alla sede episcopale di Costantinopoli, e ne descrive le azioni (l. VII, c. 29-31), e sembra che Marcellino gli adatti le parole di Sallustio, loquentiae satis, sapientiae parum.