Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IX.djvu/54

Da Wikisource.
48 storia della decadenza

Efeso il beneficio d’essere governato da un pastore fedele. Per ordine di Mennone furono serrate le Chiese, e posta grossa guernigione nella cattedrale. Le soldatesche andarono all’assalto, guidate da Candidiano; le guardie prime furono sbaragliate e passate a fil di spada; ma i posti erano insuperabili, e gli assedianti si ritirarono; allora inseguiti dai soldati che stavano nella cattedrale, perdettero i cavalli, e molti furono gravemente feriti a colpi di mazze, e a sassate. Schiamazzi forsennati, atti furibondi, la sedizione e il sangue macchiarono la città della Santa Vergine. I Sinodi rivali si scagliarono a vicenda anatemi e scomuniche; e le relazioni contraddittorie delle fazioni di Siria e d’Egitto imbrogliarono il Consiglio di Teodosio. Il quale, volendo calmare questa lite teologica, per tre mesi pose tutto in opera, eccetto il rimedio più efficace, quello cioè dell’indifferenza, e del disprezzo. S’avvisò d’allontanare o intimorire i Capi con una sentenza che avrebbe del pari soddisfatto o condannato gli uni e gli altri; diede la plenipotenza a’ suoi rappresentanti in Efeso, e li munì di forze militari, bastevoli a sostenerli; chiamò otto deputati delle due parti per conferire legalmente, e con libertà, nei contorni della capitale, lungi dalla popolar frenesia, ch’è sempre contagiosa. Ma ricusavano gli Orientali d’obbedire a quest’ordine, e i Cattolici, insuperbiti pel numero loro, e pel favor dei Latini, ributtarono ogni sorta d’unione o di tolleranza. Posta al cimento la pazienza del mite Teodosio, s’indusse egli a pronunciare irritato la dissoluzione di quel Sinodo tumultuoso, che nella distanza di tredici secoli ora a noi si presenta col nome rispettabile di terzo Concilio ecume-