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que’ sontuosi edificii, probabilmente il suo zelo era animato da un sentimento naturale d’amore e di gratitudine verso i suoi invisibili benefattori. Fra i titoli delle sue dignità, quello che più gli piaceva era il soprannome di Pio. La cura degl’interessi temporali e spirituali della Chiesa fu la più seria occupazione della sua vita, e spesso sagrificò i doveri di padre del popolo a quelli di difensore della Fede. Le controversie del suo tempo erano analoghe al suo naturale, e al suo animo, e ben doveano i professori di teologia ridersi in lor secreto d’un principe che faceva l’ufficio loro, e trascurava il suo. „Che potete voi temere da un tiranno che è schiavo della sua divozione? diceva a’ suoi colleghi un ardito cospiratore; egli passa le intere notti disarmato nel suo gabinetto a discutere con vecchioni venerandi, e a confrontare le pagine de’ volumi ecclesiastici„1. Egli espose il frutto delle sue vigilie in molte conferenze, ove fece gran figura ugualmente per forza di pulmoni, per sottigliezza d’argomenti, e in molti sermoni ancora che, sotto il nome d’editti e d’epistole, annunciavano all’impero la dottrina teologica del Padrone. Nel mentre che i Barbari invadevano le province, o le legioni vittoriose marciavano sotto le insegne di Belisario e di Narsete, il successore di Traiano, ignoto a’ suoi eserciti, era contento di trion-

  1. ’Ος δε καθηται αφυλακτος εςαει επι λεσχης τινος αωρι νυκτον ομου τοις των ιερεον γερουσιν ασχετον ανακυκλειν τα Χριστιανον λογια σπουδην εχων. (Procopio, De bell. goth. l. III, c. 32). L’autore della vita di S. Eutichio (apud. Alleman. ad Procop., Arcan. c. 18) fa la stessa pittura di Giustiniano, ma coll’intenzione di lodarlo.