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92 storia della decadenza

chi di Roma, di Costantinopoli, d’Alessandria, e d’Antiochia sottoscrissero quegli editti del principe, gli uni con piacere, gli altri a malincuore. Ma il Vescovo, e i Monaci di Gerusalemme gridarono all’armi: le Chiese latine scorsero un errore celato nelle parole, o ben anche nel silenzio dei Greci, e dall’ignoranza più temeraria dei successori di Papa Onorio fu ritrattata, o censurata l’obbedienza da lui prestata agli ordini del suo sovrano. Condannarono l’esecrabile ed abbominevole eresia dei Monoteliti, che rinovavano gli errori di Manete, di Apollinare, d’Eutiche etc. Sopra la tomba di S. Pietro segnarono il decreto di scomunica; l’inchiostro fu mescolato al vino del sacramento, cioè, al Sangue di Cristo; nè fu dimenticata veruna cerimonia, che giovasse ad empiere d’orrore o di terrore gli spiriti superstiziosi. Come rappresentanti della Chiesa d’Occidente, papa Martino e il Concilio di Laterano scomunicarono il colpevole e perfido silenzio dei Greci: centocinque Vescovi d’Italia, quasi tutti sudditi di Costanzo, non temettero di rigettare il suo tipo odioso, l’empia Ectesi del suo avo, e di confondere gli autori, e i loro aderenti con ventuno eretici conosciuti disertori della Chiesa, e stromenti del demonio. Sotto un principe anche dei più sommessi alla Chiesa, non sarebbe rimasa impunita cotanta ingiuria. Papa Martino terminò la vita sulla costa deserta del Chersoneso Taurico, e l’Abate Massimo, ch’era il suo oracolo, fu crudelmente punito coll’amputazion della lingua, e della mano de-

    mando, un de’ Vescovi della Gallia, maltratta con pari acerbità i Monoteliti, e la loro eresia. (p. 392).