Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/115

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dell'impero romano cap. xxv. 111

Valente in tutti gli atti legali del Governo Romano. Mercè del suo maritaggio con la nipote di Costantino, il figlio di Valentiniano acquistò tutti gli ereditari diritti della Famiglia Flavia, che in una serie di tre Imperiali generazioni s’erano confermati dal tempo, dalla religione, e dalla riverenza del popolo. Alla morte del padre il giovane reale aveva l’età di diciassette anni; e già le sue virtù giustificavano la favorevole opinione del popolo e dell’esercito. Ma Graziano si trovava senza timore nella reggia di Treveri, allorchè alla distanza di molte centinaia di miglia Valentiniano subitamente morì nel campo di Bregezio. Le passioni che sì lungo tempo erano state soppresse dalla presenza d’un dominante, immediatamente si ravvivarono nel consiglio Imperiale; e l’ambizioso disegno di regnare in nome di un fanciullo fu posto artificiosamente in effetto da Mellobaude e da Equizio, che avevano per se l’amore delle truppe Illiriche ed Italiane. Immaginarono essi i più onorevoli pretesti per rimuovere i Capi del popolo e le truppe della Gallia, che avrebber potuto sostenere i diritti del legittimo successore; e suggerirono con un ardito e decisivo passo la necessità di estinguere le speranze dei nemici sì domestici che stranieri. L’Imperatrice Giustina, che era restata in un palazzo circa cento miglia lontano da Bregezio, fu rispettosamente invitata a venire nel campo col figlio del morto Imperatore. Il sesto giorno dopo la morte di Valentiniano, il Principe fanciullo dell’istesso nome, che non aveva più di quattr’anni, fu mostrato nelle braccia della propria madre alle legioni, e coll’acclamazion militare solennemente investito dei titoli e delle insegne del potere supremo. La savia e moderata condotta dell’Impera-