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sì rigorosamente perseguitato sì in Roma che in Antiochia, s’interpetrò come un fatal sintoma o dell’ira del cielo o della depravazione degli uomini1. Non dubitiamo di generosamente applaudirci, che nel secolo presente la parte più illuminata dell’Europa ha tolto di mezzo2 un odioso e crudele pregiudizio, che regnava in ogni clima del globo, ed era inerente ad ogni sistema di religiose opinioni3. Le nazioni e le Sette del Mondo Romano ammettevano con ugual credulità e abborrimento l’esistenza di quell’arte infernale4, che si credeva capace di sovvertire l’ordine eterno dei pianeti e le volontarie operazioni dello spirito umano. Temevano il misterioso potere dei caratteri magici e delle incantazioni, di potenti erbe e di esecrabili riti, che potevan togliere o richiamare la

  1. Liban. De ulcisc. Julian. nece c. IX. p. 158, 159. Il Sofista deplora la pubblica frenesia, ma non accusa (neppur dopo la loro morte) la giustizia degli Imperatori.
  2. I Giureconsulti Francesi ed Inglesi dei nostri tempi accordano la teoria, e negan la pratica dell’arte magica: Denisart Recueil de decis. de Jurispr. Vedi Sorciers T. IV. p. 553. Blackstone Comment. Vol. IV. p. 60. La ragione privata sempre suol prevenire o avanzare il sapere pubblico; ond’è che il Presidente di Montesquieu (Esprit des Loix l. XII. c. 5, 6.) rigetta l’esistenza della magia.
  3. Vedi le opere di Bayle Tom. III. p. 567-589. Lo Scettico di Rotterdam presenta, secondo il suo costume, uno strano mescuglio di vaghe cognizioni, e di vivace ingegno.
  4. I Pagani distinguevan la magia buona dalla cattiva, la teurgica dalla goetica (Hist. de l’Acad. ec. T. VII. p. 25). Ma non avrebber potuto difendere tale oscura distinzione contro l’acuta logica del Bayle. Nel sistema Giudaico e nel Cristiano tutti i demoni sono spiriti infernali; ed ogni commercio con essi è idolatria, apostasia ec. che merita morte e dannazione.