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36 storia della decadenza

uguali nei fieri incontri di una vita attiva ed ambiziosa, Valentiniano fu rare volte ingiuriato, e non insultato mai impunemente: se attaccavasi la sua prudenza, s’applaudiva il suo spirito; ed i più altieri e potenti Generali temevano di provocar lo sdegno di un soldato imperterrito. Dopo esser divenuto Signore del Mondo, gli uscì per disgrazia di mente, che dove non ha luogo la resistenza, non può esercitarsi il coraggio; ed invece di consultare i dettami della ragione, secondava i furiosi moti del suo temperamento, in un tempo in cui erano essi vergognosi per lui, e fatali pe’ miseri oggetti dell’ira sua. Tanto nel governo della propria casa che dell’Impero, piccole o anche immaginarie mancanze, una parola inconsiderata, un’accidentale ommissione, un indugio involontario si punivano con immediate sentenze di morte. L’espressioni che più comunemente uscivano di bocca all’Imperator dell’Occidente, eran queste: Gli si tagli la testa: sia bruciato vivo: sia battuto con verghe fino alla morte1: ed i più favoriti Ministri presto impararono, che col temerariamente procurar di sospendere o d’esaminare l’esecuzione dei sanguinarj comandi di lui, potevano essi medesimi restare involti nella colpa o nel gastigo della disubbidienza. Le replicate soddisfazioni di questa rozza giustizia indurirono il cuore di Valentiniano contro la compassione ed il rimorso; ed i trasporti della pass-

  1. Egli esprimeva alle volte una sentenza di morte in aria di scherzo. Abi, comes, et muta ei caput, qui sibi mutari Provinciam cupit. Un ragazzo, che avea sciolto troppo presto un can da caccia Spartano, un artefice che avea fatto una bella corazza, in cui mancavano pochi grani del giusto peso, ec., furon vittime del suo furore.