Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/49

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dell'impero romano cap. xxv. 45

principio ebbe compassione di lor cecità; in seguito appoco appoco fu provocato dalla loro ostinazione; ed insensibilmente incominciò ad odiar quei Settari, pei quali era egli stesso un argomento di odio1. Era sempre dominato il debole spirito di Valente dalle persone, colle quali famigliarmente conversava; e l’esilio o la prigionia d’un privato son favori che facilissimamente si accordano in una Corte dispotica. Si davano tali pene frequentemente ai Capi del partito Homousiano; e la disgrazia di ottanta Ecclesiastici di Costantinopoli, che forse per accidente bruciarono sopra una nave, imputossi alla crudele e premeditata malizia dell’Imperatore e de’ suoi Arriani ministri. In ogni contesa i Cattolici (se ci è permesso di anticipar questo nome) eran costretti a pagar la pena delle mancanze loro e di quelle degli avversari. In ogni elezione il Candidato Arriano aveva la preferenza; e se gli si opponeva il maggior partito del popolo, era comunemente sostenuto dall’autorità del Magistrato civile, o anche dai terrori di una forza militare. I nemici d’Atanasio tentarono di turbar gli ultimi anni della venerabil vecchiezza di lui; ed il suo breve ritirarsi al sepolcro del proprio padre si celebrò come un quinto esilio. Ma lo zelo di un gran popolo, che immediatamente corse alle armi, pose in timore il Prefetto, ed all’Arcivescovo si lasciò finir la vita in pace ed in gloria dopo quarantasette anni di Vescovato. [A. D. 370] La morte d’Atanasio fu il segnale della persecuzione dell’Egitto; ed il ministro Pagano di Valen-

  1. Gregorio Nazianzeno (Orat. XXV. p. 432.) insulta lo spirito persecutore degli Arriani, come un infallibil sintomo d’errore e d’eresia.