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dignità del suo posto, fu lasciato nel libero possesso della sua coscienza e della sua sede. L’Imperatore devotamente assistè nella Cattedrale alla messa solenne: ed in luogo di una Sentenza di esilio, sottoscrisse la donazione di considerabili beni per uso di uno spedale, che Basilio aveva ultimamente fondato nelle vicinanze di Cesarea1. In terzo luogo, non ho potuto trovare, che da Valente fosse fatta contro gli Atanasiani alcuna legge, come quella che in seguito fece Teodosio contro gli Arriani; e l’editto, che suscitò i più violenti clamori, non sembra poi tanto degno di riprensione. L’Imperatore aveva osservato, che molti dei suoi sudditi, seguitando la pigra loro inclinazione, si erano associati, sotto pretesto di religione, ai Monaci dell’Egitto; e diede ordine al Conte dell’Oriente di trarli fuori della lor solitudine, e costringere quei disertori della società ad accettare la giusta alternativa, o di rinunziare ai temporali lor beni, o di adempire i pubblici doveri degli uomini e dei cittadini2. Sembra che i Ministri di Valente esten-

    con lo stile e col carattere di S. Girolamo. Non si trova nell’Edizione Scaligeriana della sua Cronica; ma Isacco Vossio l’ha trovato in alcuni antichi manoscritti, che non erano stati corretti dai Monaci.

  1. Quella nobile e caritatevole fabbrica (quasi un’altra città) sorpassava in merito se non in grandezza, le piramidi o le mura di Babilonia. Essa era destinata principalmente a ricevere i lebbrosi: Gregor. Nazianzeno Orat. XX. pag. 439.
  2. Cod. Teodos. l. XII. Tit. I. leg. 63. Il Gotofredo (Tom. IV. p. 409-413) fa l’uffizio di Commentatore e d’Avvocato. Il Tillemont (Mem. Eccles. Tom. VIII. p. 808.) suppone una seconda legge per iscusare gli Ortodossi suoi amici, che avevano male rappresentato l’editto di Valente e soppresso la libertà della scelta.