Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/60

Da Wikisource.
56 storia della decadenza

todo in forma di annali esprimerebbe con più forza le urgenti e divise cure dei due Imperatori; ma l’attenzione del lettore sarebbe ugualmente distratta da una tediosa ed incostante narrazione. Un separato prospetto dei cinque gran teatri di guerra, cioè della Germania, della Britannia, dell’Affrica, dell’Oriente e del Danubio, darà un’idea più distinta dello stato militare dell’Impero nei regni di Valentiniano e di Valente.

[A. D. 365] I. Gli Ambasciatori degli Alemanni erano stati offesi dalla dura ed altiera condotta di Ursacio, Maestro degli Uffizi1, che per un atto d’inopportuna parsimonia avea diminuito il valore e la quantità dei presenti, ai quali essi avevan diritto, o per uso o per trattato, nell’innalzamento al trono dei nuovi Imperatori. Espressero e comunicarono essi a’ loro nazionali un forte sentimento dell’affronto che facevasi alla nazione. Gli animi dei loro Capi, facilmente irritabili, furono inaspriti dal sospetto di esser disprezzati; e la marzial gioventù corse in folla a’ loro stendardi. Avanti che Valentiniano fosse in istato di passare le alpi, i villaggi della Gallia erano in fiamme; e prima che il suo general Dagalaifo potesse andare incontro agli Alemanni, questi avevano già posto in sicuro gli schiavi e le spoglie nelle foreste della Germania. Al principio dell’anno seguente la militar forza di tutta la nazione ruppe in profonde e sode colonne il riparo del Reno nel mezzo al rigore d’un inverno settentrionale. Furon disfatti e feriti mortalmente due Conti Romani; e le bandiere degli Eruli e dei Batavi cad-

  1. Ammiano XXVI. 5. Valesio aggiunge una lunga e stimabile nota sopra il Maestro degli Uffizj.