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68 storia della decadenza

zioni, ed i luoghi più remoti avean ragion di temere per la lor sicurezza. I navigli Sassoni pescavan sì poco, che potevan facilmente rimontar quaranta o cento miglia su pei gran fiumi; tanto piccolo era il loro peso, che trasportavansi sopra dei carri da un fiume all’altro; ed i pirati, che erano entrati nell’imboccatura della Senna o del Reno, potevan discendere pel rapido corso del Rodano giù nel Mediterraneo. Le Province marittime della Gallia furon molestate dai Sassoni sotto il regno di Valentiniano; fu posto un Conte militare a difesa della costa o del confine Armorico; e quest’uffiziale che non trovò la sua forza o abilità sufficiente all’impresa, implorò l’aiuto di Severo, Generale dell’infanteria. I Sassoni, circondati ed oppressi dal numero, furon costretti ad abbandonare le loro spoglie, ed a cedere una scelta truppa dell’alta loro e robusta gioventù per militare negli eserciti Imperiali. Essi non stipularono che una sicura ed onorevole ritirata; e facilmente accordossi tal condizione dal Generale Romano, che meditava un atto di perfidia1 non meno inumano che imprudente, finchè restava in vita ed in armi un solo Sassone, che vendicar potesse la sorte dei suoi nazionali. Il prematuro ardore de’ fanti, che erano stati posti segretamente in una profonda valle, manifestò l’imboscata: e sarebbero forse restati vittime del lor tradimento, se un grosso corpo di corazze, eccitato dallo strepito della pugna, non si fosse velocemente avan-

  1. Ammiano (XXVIII. 5.) giustifica tale mancanza di fede ai pirati e ladroni; ed Orosio (l. VII. c. 32.) esprime più chiaramente la vera lor colpa, „virtute atque agilitate terribiles.