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278 storia della decadenza

a significare in un senso popolare ed anche legale Padre dell’Imperatore, e l’ultimo anno del quarto secolo fu macchiato dal Consolato d’un Eunuco, e d’uno schiavo. Tale strano però ed inespiabil prodigio1 risvegliò i pregiudizi dei Romani. L’Occidente rigettò l’effemminato Console, come un’indelebile macchia per gli annali della Repubblica; e senza invocar le ombre di Bruto o di Camillo, il Collega d’Eutropio, colto e rispettabile Magistrato2, sufficientemente dimostrò le diverse massime delle due amministrazioni.

Sembra, che sull’audace e vigorosa mente di Ruffino agisse uno spirito più sanguinario e vendicativo; ma l’avarizia dall’Eunuco non era meno insaziabile di quella del Prefetto3. Finattantochè spogliò gli oppressori, i quali si erano arricchiti coi beni del Popolo, Eutropio potè soddisfare l’avida sua disposizione

  1. Claudiano (lib. 1. in Eutrop. 2, 22) dopo aver enumerato i varj prodigi delle nascite mostruose, degli animali parlanti, delle piogge di sangue e di sassi, de’ Soli raddoppiati ec. soggiunge con qualche esagerazione:

    Omnia cesserunt Eunucho constile monstra.

    Il primo libro finisce con un nobil discorso della Dea Roma ad Onorio suo favorito, esecrando la nuova ignominia, a cui trovavasi esposta.

  2. Fl. Mallio Teodoro, i civili onori e le opere filosofiche del quale si celebrarono da Claudiano in un panegirico molto elegante.
  3. Μεθυων δε ηδη των πλουτω ebrio di ricchezze è la forte espressione di Zosimo (l. V. p. 301); e vien esecrata ugualmente l’avarizia d’Eutropio nel Lessico di Suida, e nella cronica di Marcellino. Grisostomo aveva ammonito più volte il favorito della vanità e del pericolo della smoderata ricchezza Tom. III. p. 381.