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456 storia della decadenza

gli si era rotta un’arteria, e stando esso in positura supina, fu soffogato da un torrente di sangue, che invece di trovare un passaggio pel naso, regurgitò nei polmoni e nello stomaco. Fu solennemente esposto il suo corpo, in mezzo della campagna, sotto un padiglione di seta; e gli scelti squadroni degli Unni, girandovi intorno con misurate evoluzioni, cantavano un inno funereo alla memoria d’un Eroe, glorioso nella vita, invincibile nella morte, padre del suo Popolo, flagello de’ nemici, o terrore del Mondo. I Barbari, secondo il nativo loro costume, si tagliarono una parte di capelli, deturparono i loro volti con deformi ferite, e piansero il bravo lor Capitano come meritava, non con lagrime femminili, ma col sangue di guerrieri. Il cadavere d’Attila fu rinchiuso in tre casse, una d’oro, una d’argento, e l’altra di ferro, e segretamente sepolto in tempo di notte; furon gettate nel suo sepolcro le spoglie delle nazioni; gli schiavi che avevano scavato la terra, furono crudelmente uccisi; e gli stessi Unni, che si erano abbandonati a sì eccessivo dolore, stavano a mensa con dissoluta ed intemperante allegrezza intorno al recente sepolcro del Re. Si raccontava in Costantinopoli, che in quella fortunata notte, nella quale esso morì, Marciano vide in sogno l’arco d’Attila rotto in due parti; e convien confessare, che ciò prova quanto raramente l’immagine di quel formidabile Barbaro fosse lontana dalla mente d’un Imperator Romano1.

La rivoluzione, che rovesciò l’impero degli Unni, stabilì

  1. Giornandes riporta le curiose circostanze della morte e de’ funerali d’Attila (c. 49, p. 683, 684, 685), e probabilmente le trascrisse da Prisco.