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94 storia della decadenza

ed ucciso dall’inumano di lui fratello. Tale oltraggio avrebbe irritato la pazienza del più pacifico Sovrano; ma il conquistator della Gallia dissimulò l’ingiuria, rilasciò il tributo, ed accettò l’alleanza ed il servizio militare del Re di Borgogna. Clodoveo non aveva più que’ vantaggi, che gli avevano assicurato il buon successo della precedente guerra, ed il suo rivale, ammaestrato dall’avversità, aveva trovato nuovi mezzi di risorgere nell’affezione del suo Popolo. I Galli Romani applaudirono alle imparziali e miti leggi di Gundobaldo, che gli aveva innalzati quasi all’istesso livello co’ loro vincitori. I Vescovi si riconciliarono, lusingandosi non la speranza, ch’egli artificiosamente dava loro, della sua prossima conversione; e quantunque n’eludesse l’effetto fino all’ultimo momento della sua vita, la moderazione di esso assicurò la pace, e sospese la rovina del regno di Borgogna1.

[A. 532] Io sono impaziente di proseguire a narrar l’ultima rovina di quel Regno, che si compì sotto il Re Sigismondo figlio di Gundobaldo. Il cattolico Sigismondo acquistò gli onori di santo e di martire2; ma il santo

    suppone arbitrariamente, ch’essi fossero tagliati a pezzi da Gundobaldo. Il prudente Borgognone risparmiò i soldati di Clodoveo, e gli mandò prigionieri al Re de’ Visigoti, che gli stabilì nel Territorio di Tolosa.

  1. In questa guerra di Borgogna ho seguitato Gregorio di Tours (L. II. c. 32, 33. in Tom. II. p. 176, 279) la narrazione del quale sembra così contraria a quella di Procopio (De Bell. Goth. L. I. c. 12. in Tom. II. p. 31, 32), che alcuni critici hanno supposto due guerre diverse. L’Abbate Dubos (Hist. Crit. ec. Tom. II. p. 126, 162) ne ha distintamente rappresentate le cause, e gli eventi.
  2. Vedasi la sua vita, o leggenda (in Tom. III. p. 402). Martire! come si è stranamente allontanata, questa parola