Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/300

Da Wikisource.
294 storia della decadenza

maraviglioso anche del vero, si venne appoco appoco a correggere dalla cognizione di quel prezioso Insetto, ch’è il primo artefice del lusso delle Nazioni. Questo raro ed elegante lusso fu criticato al tempo di Tiberio da’ più gravi fra Romani, e Plinio con caricate, quantunque forti espressioni, ha condannato la sete del guadagno, che faceva esplorar gli ultimi confini della Terra per il pernicioso oggetto di esporre agli occhi di tutti le trasparenti matrone, e le vesti che denudavan le donne1. Un abito, che mostrava il contorno delle membra, ed il color della cute, potea soddisfare la vanità, o eccitare i desiderj; i drappi di seta che si tessevano fitti nella China, furono assai diradati dalle donne Fenicie, e si moltiplicarono i preziosi materiali mediante una tessitura più rara, e la mescolanza di fili di lino2. Dugento anni dopo il tempo di Plinio l’uso delle vesti di seta pura o anche mescolata era limitato al sesso femminile, finattan-

    planissime non scio; suspicor tamen in Julii Caesaris aevo, nam ante non invenio, dice Giusto Lipsio (Excursus I ad Tacit. Annal. II, 32). Vedi Dione Cassio (Lib. XLIII p. 358 Edit. Reimar.) e Pausania (Lib. VI p. 519), il primo che descriva, sebbene stranamente, l’insetto Chinese.

  1. Tam longinquo orbe petitur, ut in publico matrona transluceat.... ut denudet foeminas vestis (Plin. VI, 20. XI, 21). Varrone, e Publio Siro avevano già scherzato sulla Toga vitrea, ventus textilis, et nebula linea (Horat. Sermon I, 2, 101 con le note del Torrent e di Dacier).
  2. Sopra la tessitura, i colori, i nomi e l’uso degli ornamenti di seta, di mezza seta e di lino dell’antichità vedansi le diffuse, profonde ed oscure ricerche del gran Salmasio (in Hist. August. p. 127,309, 310, 339, 341, 342, 344, 338, 391, 395, 513), che però non conosceva il più comune commercio di Digione, o di Leida.