Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/321

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dell'impero romano cap. xl. 315

quale era innocente. Un gran Ministro, che avea ricevuto gli onori del Consolato e del Patriziato, fu ignominiosamente frustato come il più vil malfattore; una lacera veste fu ciò che gli rimase delle sue sostanze; fu trasportato in una barca ad Antinopoli nell’Egitto superiore, luogo del suo esilio; ed il Prefetto d’Oriente mendicava il pane per le Città, che avevan tremato al solo suo nome. Per lo spazio di sette anni ne fu prolungata e sempre minacciata la vita dall’ingegnosa crudeltà di Teodora; e quando la morte di essa permise all’Imperatore di richiamare un servo, ch’egli avev’abbandonato con rammarico, l’ambizione di Giovanni di Cappadocia si ristrinse agli umili ufizi della professione sacerdotale. I successori di esso convinsero i sudditi di Giustiniano che potevano sempre più raffinarsi dall’esperienza e dall’industria le arti dell’oppressione; s’introdussero nell’amministrazione delle Finanze le frodi d’un banchiere della Siria; e l’esempio del Prefetto fu con esattezza imitato dal Questore, dal Tesoriere pubblico e privato, da’ Governatori delle Province e da’ principali Magistrati dell’Impero Orientale1.

V. Gli edifizi di Giustiniano si costruirono in vero col sangue e col denaro del suo Popolo; ma sembrava, che quelle magnifiche fabbriche annunziassero la

  1. La cronologia di Procopio è incerta ed oscura; ma coll’aiuto del Pagi ho potuto distinguere, che Giovanni fu fatto Prefetto del Pretorio d’Oriente nell’anno 530, che fu deposto nel gennaio del 532, restituito prima del giugno 533, bandito nel 541 e richiamato fra ’l giugno 548 ed il primo d’aprile 549. L’Alemanno (p. 96, 97) dà la lista de’ dieci suoi successori: serie ben rapida in una porzione d’un solo regno.